Terremoto: il “tessile” a Carpi si rimette al lavoro
1 Giugno 2012 - di Claudia Montanari
CARPI – Non hanno intenzione di stare a guardare né di piangersi addosso. Due giorni dopo la terribile seconda scossa in Emilia-Romagna, che ha colpito anche gran parte del distretto tessile di Carpi, le aziende si sono già rimesse a lavoro.
Tirate le prime somme risulta che la zona ha reagito abbastanza bene alle scosse. Peggio è andata per esempio al distretto tecnologico di Mirandola, in cui la situazione è drammatica.
L’azienda Twin-set, prestigioso marchio Made in Italy che ha sede proprio a Carpi, ha dichiarato: “Nel comparto di Carpi non è crollato praticamente niente. Ci sono stati solo lievi danni e i capannoni hanno retto. Le aziende sono state chiuse per precauzione, ma sono agibili. È chiaro che c’è disagio, ma riapriremo tutti al 100% lunedì. È stato confermato tutto quello che era programmato”. Anche altre importanti aziende con sede a Carpi come Blumarine, Danny Rose o Liu Jo non hanno riscontrato ingenti danni.
Benché la paura di altre scosse rimanga, molte aziende in piena uscita di campionari non si sono mai fermate. Hanno organizzato riunioni e meeting all’aperto nei parchi, al sicuro, ma hanno continuato a lavorare sodo. Gli imprenditori invitano comunque ad essere più presenti nel posto. Gianguido Tarabini, ammistratore unico di Blufin, dice: “Purtroppo è avvilente constatare che, a fronte della paura che tutti noi stiamo vivendo, la sensazione principale è quella dell’abbandono. La confusione regna sovrana e gli sciacalli imperversano. Persone che si spacciano per responsabili della Protezione Civile continuano a dare false direttive di evacuazione alla gente, minacciando imminenti e forti scosse così da avere via libera ai furti e allo sciacallaggio”.
Il titolare dell’azienda di moda che detiene i marchi Blumarine e Blugirl ricorda in particolare che “Carpi non è una piccola realtà, ma conta 70.000 abitanti che hanno bisogno di assistenza e protezione. Le forze dell’ordine sono insufficienti per far fronte al caos e ad una situazione così destabilizzante, mancano anche i tecnici preposti alle verifiche di abitabilità. Abbiamo bisogno di persone che ci difendano e che garantiscano la nostra incolumità e sicurezza. La mia gente ha paura. Il mio è un appello di aiuto: non lasciateci soli”.
Fortunatamente però molti organi della moda e non, si sono dati da fare ed hanno testimoniato la loro solidarietà nei confronti delle zone terremotate.
Se da una parte Fiera Milano ha deciso di sostenere le aziende provenienti dalle province di Mantova, Ferrara, Modena e Reggio Emilia che parteciperanno alle sue mostre autunnali Macef, MIPAP, Sicurezza e Chibi Mart Inverno, dall’altra Altagamma ha lanciato l’idea di una rete di solidarietà da costituire intorno alle imprese colpite dal terremoto.
L’AD di Fera Milano Enrico Pazzali dichiara: “Aiuteremo le aziende, garantendo loro la possibilità di partecipare alle fiere che, in un momento particolare come questo, rappresentano uno strumento particolarmente efficace per poter imboccare la strada della ripresa”. Gli espositori provenienti dalle zone terremotate potranno beneficiare infatti di un contributo di 1.000 euro da utilizzare per servizi fieristici.