Tom Ford: “Shopping? Ora non c’è mercato, non c’è desiderio per la moda”
3 Giugno 2020 - di Claudia Montanari
Tom Ford a ruota libera sul futuro della moda. In una intervista a WWD, lo stilista ammette che “la moda deve fermarsi, andare in letargo, almeno per un anno”.
Tom Ford non crede in una ripartenza a breve termine, e nemmeno nel “revenge shopping”, che non c’è ancora effettivamente stato. Conferma, come suoi illustri colleghi, che per la moda è importante dare un taglio agli eventi, concentrandosi su quelli veramente importanti. Ma non crede negli eventi in streaming a lungo termine.
Una opinione molto importante quella di Tom Ford in quando non solo è uno degli stilisti più importanti nel mercato americano, ma anche perché lo stilista, dall’anno scorso, è il presidente del CFDA, il Council of Fashion Designers of America.
Nell’intervista, Tom Ford ha spiegato che secondo lui la ripartenza del settore moda non avverrà molto presto. Inoltre, ha sottolineato il proprio rammarico per la riapertura delle attività commerciali a New York, a suo dire dettate dalle pressioni politiche, e pianifica almeno un altro anno di emergenza.
Non c’è voglia di shopping
“Ce ne siamo accorti nei luoghi in cui abbiamo avuto la possibilità di riaprire: non c’è mercato ora, non c’è desiderio per la moda in questo momento. Credo che la moda abbia bisogno di andare in letargo. Se non si può andare al ristorante, perché avresti bisogno di un nuovo vestito e un paio di scarpe col tacco? Se non puoi andare in ufficio perché dovresti comprare un nuovo completo e una cravatta? Magari potresti aver bisogno di nuove sneakers. Per fortuna produciamo anche sneakers, t-shirt, underwear e facciamo fragranze e cosmetici. Ma anche il settore beauty sta assistendo a un declino perché parte di quel business è legato al duty-free degli aeroporti. Inoltre, le persone indossano le mascherine quindi perché mettere il rossetto?”.
I tempi
“Spero si tratti solo di un anno -spiega Tom Ford-. Perché poi il lusso e la moda avranno bisogno di più tempo per riprendersi. Infatti, penso che le persone si abitueranno a non vestire più e uscire. Sempre di più ci sono persone su Zoom senza make-up, stanno bene e iniziano ad essere a proprio agio così”, ha dichiarato nell’intervista.
I cambiamenti
Questo non vuol dire vedere tutto nero. La moda, semplicemente, dovrà adeguarsi ai cambiamenti.
Sarà importante adeguarsi a due fashion week l’anno facendo sfilare insieme uomo e donna, come suggerito pochi giorni fa in un comunicato congiunto del CFDA e del British Fashion Council.
Il sistema moda in Europa e in America
Tom Ford comprende che il mercato italiano e francese seguano altre strategie:
“In America il settore del menswear non è così sviluppato, come in Italia e Francia. Qui, raccomandare due show annuali combinando uomo e donna ha senso. Capisco perché la Francia e l’Italia siano diversi, sono entrambi dei centri manifatturieri potenti con altre necessità, ma siamo tutti d’accordo sul taglio del numero delle collezioni”.
L’importanza delle sfilate fisiche
Ford spera vivamente in un ritorno della sfilate tradizionali:
“Sempre di più, uno show è diventato la creazione di un momento Instagrammabile. Per avere quel momento c’è bisogno di invitare le persone giuste. Penso che un filmato non abbia lo stesso effetto di assistere dal vivo a un’opera e lo stesso vale per le sfilate. Credo ancora che una sfilata sia il modo migliore per mostrare dei vestiti, ma dovrebbero essercene meno. Inoltre, sarebbe utile se tutti si concentrassero nello stesso periodo e nelle stesse città per la medesima stagione”.
Un progetto sul quale sta già lavorando, con il CFDA, le cui riunioni dei prossimi giorni porteranno sicuramente a delle risoluzioni pratiche.
See now – buy now
Infine, Tom Ford dice la sua anche sul fenomeno de see now- boy now, ammettendo che questa formula, provata in un paio di stagioni, non ha funzionato per il suo brand:
“È molto difficile produrre in anticipo, stimando cosa avrà successo e cosa no, si rischia di avere tanta merce invenduta. Inoltre, il consumatore ha bisogno di tempo. Spesso si guarda una sfilata pensando ‘non credo di volerlo’, ma col tempo guardando ancora la collezione su Instagram, nei magazine e indossata da qualche celebrities si cambia idea”
Un punto di vista -tuttavia- diametralmente opposto rispetto ad altri suoi colleghi come Tommy Hilfiger e Virgil Abloh.
Alessandro Michele per Gucci
Infine, alcune perplessità sulle recenti dichiarazioni di Alessandro Michele per Gucci:
“Capito da cosa derivino le parole di Alessandro Michele, fa riferimento a ciò di cui tutti abbiamo parlato, meno sfilate e più creatività. Ma credo che i suoi commenti siano un po’ vaghi in termini di cosa farà realmente. Concordo su tutto quello che ha dichiarato, ma non ha ancora annunciato come o cosa intende. Certamente lo scopo rispecchia esattamente quello del nostro annuncio e dei proclami che stanno facendo tutti. Giorgio Armani ha scritto una lettera su questo argomento esprimendo la stessa cosa: è un sentimento ampiamente condiviso dal settore”.