Tory Burch difende la T del suo logo. Anche con un detective
28 Marzo 2013 - di Claudia Montanari
EOMA – Nessuno tocchi quella “T”. Come riportato ieri dal magazine Wwd, Tory Burch ha citato in giudizio Bluebell Accessories Inc., una ditta di gioielli newyorkese che, secondo il brand statunitense, avrebbe contraffatto il logo della stilista. Agli atti, depositati nel distretto meridionale di New York, Burch sostiene che l’azienda di accessori avrebbe venduto riproduzioni non autorizzate con il suo logo, la ‘T’ che compare su diversi prodotti della label.
Tutto è iniziato quando Tory Burch ha ingaggiato un investigatore per ordinare alcuni prodotti dal sito web di Bluebell, collane, orecchini, anelli e bracciali con il logo incriminato. Una volta stabilito che i gioielli erano contraffatti, Burch ha inviato una diffida alla compagnia. Da quanto si apprende da Wwd, i co-proprietari di Bluebell Jessica e Sung Min Ki Min non hanno voluto fornire la documentazione relativa alle vendite, agli acquisti e ai fornitori della merce.
Le accuse rivolte all’azienda includono la contraffazione del marchio, la violazione del copyright, la concorrenza sleale e i danni alla reputazione aziendale. Burch ha chiesto un risarcimento, il cui ammontare non è stato reso noto, oltre che il rimborso delle spese legali.
Fonte: Pambianco