Valentino, tacchi vertiginosi anni ’70 tornano protagonisti in passerella
27 Gennaio 2021 - di Silvia_Di_Pasquale
La maison Valentino rilancia in passerella i tacchi vertiginosi protagonisti degli anni ’70.
Una scelta insolita per la casa di moda italiana, che segna una svolta rispetto allo stile più classicheggiante, seppur innovativo, delle scorse collezioni.
Una sfilata per la stagione s/s 20121 firmata dal direttore creativo di Valentino, Pierpaolo Piccioli, andata in scena, causa pandemia, tra marmi e quadri d’epoca della barocca Sala Grande della Galleria di Palazzo Colonna a Roma.
Lo stile gender fluid ricorda gli outfit sfoggiati da David Bowie versione Ziggy Stardust, i cui abiti erano creati con la complicità dello stilista giapponese Kamsai Yamamoto, morto lo scorso luglio.
Le musiche del fashion show sono di Robert Del Naja, artista britannico celebre come writer, (molti lo indicano come il misterioso graffitista Banksy) e del suo gruppo musicale Massive Attack.
Ad aprire la sfilata è l’eterea modella Maria Carla Boscono, con una cappa bianca di cachemire fatta da 500 tasselli della preziosa lana.
In passerella si vedono lunghi guanti color pistacchio portati su maglie beige ricamate con paillettes oro, oppure con cappotti di rose di velluto trompe l’oeil lussuosi come una pelliccia.
A dare manforte al concetto di transgender ci sono proprio loro, i cuissard e le scarpe color oro con plateau alti fino a 20 cm.
Valentino, parola allo stilista Piccioli.
“L’ispirazione nasce dalle pianelle veneziane e da Leigh Bowery (drag queen e designer australiano ndr)”, spiega Piccioli.
“Dovevo anche allungare la figura. Del resto la mia silhouette è verticale, la perfezione dell’alta moda è per me noiosa, volevo qualche nota disturbante”, specifica lo stilista.
“Donne e uomini – sottolinea Piccioli – per la prima volta salgono assieme nella passerella di couture di Valentino, fluidamente. Con un guardaroba che moltiplica le possibilità”.
“La verticalità – rivela il visionario fashion designer- è intesa come tensione in cui ciò che è complesso si risolve in semplicità”.
“Il tessuto come materia nobilitata dal lavoro della mano, come texture che invita alla scoperta alla sorpresa”. FOTO ANSA.