Mostre e Arte nel Week end – (FOTO)
20 Ottobre 2017 - di Claudia Montanari
Scostumista– Per la prima volta a Roma sarà possibile ammirare una ventina di capolavori autografi, disegni e dipinti, di Giuseppe Arcimboldi (Milano, 1526-1593) meglio noto come Arcimboldo. Inaugura infatti oggi a Palazzo Barberini la mostra Arcimboldo organizzata dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica e da Mondo Mostre Skira, a cura di Sylvia Ferino-Pagden, una delle maggiori studiose di Arcimboldo e già Direttore della Pinacoteca del Kunsthistorisches Museum di Vienna. Formatosi alla bottega del padre, nell’ambito dei seguaci di Leonardo da Vinci, Arcimboldo, pittore, ma anche poeta e filosofo, è celebre soprattutto per le famose “teste composte” di frutti e fiori. Grazie alle sue “pitture ridicole”, è stato uno dei protagonisti della cultura manierista internazionale, esponente di una corrente artistica, scientifica, filosofica e umanistica lontana da quella classicheggiante della Roma dell’epoca. Riscoperto negli anni Trenta del Novecento, l’artista venne considerato il più importante antesignano del Dadaismo e del Surrealismo. Esposte al pubblico circa un centinaio di opere: i capolavori più noti di Arcimboldo – dalle Stagioni agli Elementi, dal Giurista a Priapo (Ortolano) al Cuoco – i ritratti, l’arazzo di Como e le vetrate del Duomo di Milano, i suoi preziosissimi disegni acquerellati per le feste di corte, oltre a una serie di oggetti delle famosissime Wunderkammern imperiali, delle botteghe numismatiche e di arti applicate, milanesi e non, fino a disegni di erbari, frutta, animali. La mostra articolata in sei sezioni, si apre con una sala introduttiva che mostra il celeberrimo Autoritratto cartaceo, dove Arcimboldo si presenta come scienziato, filosofo e inventore. La mostra articolata in sei sezioni, si apre con una sala introduttiva che mostra il celeberrimo Autoritratto cartaceo, dove Arcimboldo si presenta come scienziato, filosofo e inventore. . –L’ambiente milanese, prima sezione della mostra, raccoglie una serie di opere religiose di artisti, piú o meno suoi contemporanei. La sezione ‘A corte tra Vienna e Praga’, periodo in cui l’artista divenne il ritrattista della corte asburgica. –Studi naturalistici e Wunderkammer, nella terza sezione. Teste reversibili, immagini di nature morte, di raffinata ambiguità visiva. -La quinta sezione, ‘Il bel composto‘, mostra veri e propri paradossi iconici e analizza il metodo del composito in vari contesti culturali. -Conclude l’esposizione la sezione Pitture “ridicole”: Arcimboldo fu un maestro del gioco e dell’ironia, proseguendo la tradizione leonardesca e lombarda della caricatura, come nelle personificazioni dei mestieri. (Palazzo Barberini, via delle Quattro Fontane, 13. Fino all’11 Febbraio 2018)
A modo mio. Nespolo tra arte, cinema e teatro è la personale dedicata all’esperienza multidisciplinare dell’artista piemontese che inaugural oggi al Centro Saint-Bénin di Aosta per rimanere aperta fino a domenica 8 aprile. L’esposizione, curata dal critico d’arte Alberto Fiz in collaborazione con il filosofo Maurizio Ferraris, è organizzata dall’Assessorato Istruzione e Cultura della Regione autonoma Valle d’Aosta. Sono oltre 80 le opere esposte tra dipinti, disegni, maquettes per il teatro, sculture, tappeti, fotografie e manifesti realizzati dal 1967 fino ad oggi in un percorso spettacolare e coinvolgente, ideato per gli spazi dell’ex chiesa sconsacrata. Dall’arte al cinema, dai cartoon televisivi alla logica matematica fino al teatro, le opere, disposte in base a tracciati tematici, creano una costellazione all’interno del Centro Saint- Bénin da cui emerge la versatilità di uno dei più originali e trasgressivi interpreti della scena contemporanea italiana che ha ripercorso stili e stilemi “a modo suo”, senza mai lasciarsi imbrigliare dalle convenzioni. Nespolo fa il suo ritorno ad Aosta 23 anni dopo la sua prima personale organizzata nel 1994 alla Tour Fromage: Effetto pittura era il titolo di quella mostra dove il curatore e grande storico del cinema Gianni Rondolino, recentemente scomparso, sottolineava come l’universo cinematografico inteso come la moltiplicazione delle immagini sul terreno della fantasia e dell’immaginazione fosse per l’artista il campo d’azione privilegiato. Anche in questa circostanza il cinema ha un ruolo significativo sia nella sua dimensione specifica, sia nella sua reinterpretazione pittorica dove i frame dei suoi film diventano grandi dipinti che conservano la memoria della pellicola. Nell’ambito della mostra, poi, uno spazio specifico è dedicato alle differenti forme d’indagine audiovisiva partendo dal cinema sperimentale e dai cortometraggi degli anni sessanta dove compaiono tra i protagonisti Lucio Fontana, Alighiero Boetti, Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Enrico Baj, per giungere fino a Yo Yo, la serie di cartoni animati in 52 episodi realizzata nel 2016 per Rai Yo Yo che ha vinto il primo premio nella sezione Series Preschool a Cartoons on the Bay in occasione della 21° edizione del Festival Internazionale dell’Animazione 2017.
A Roma la Tricomia Artgallery in via della Barchetta, 13 (via Giulia), che dal 1990 ospita, scopre e promuove disegnatori, illustratori, vignettisti e artisti con l’amore per l’arte “semplice” del disegno , inaugurare oggi la nuova stagione espositiva 2017/2018, con la mostra personale dell’artista Virginio Vona. Ventisette anni e millecinquecento kilometri separano un graffito al Tufello, borgata romana, e le tele esposte alla Galerie Glénat e Napoléon, o alla Gare de Lyon, a Parigi, l’artista, romano di nascita e parigino d’adozione, torna in patria “in qualità di artista.“L’arte mi ha salvato. Se fossi rimasto lì dov’ero avrei avuto il destino segnato. E invece io volevo disegnare, affermarmi, lottare, nonostante le difficoltà”. Autore e disegnatore del personaggio Fenice, protagonista dell’omonimo fumetto. Le sue opere, realizzate con tecniche diverse, rappresentano la contemporaneità con i suoi tempi simultanei e la sua velocità. Nei suoi quadri ritroviamo paesaggi urbani di città futuribili. Le sue opere sono in mostra permanente al museo di Angoulême e nella Hall 2 della Gare de Lyon. Per questa sua prima mostra in Italia e a Roma, l’artista propone un importante gruppo di opere: 30 paesaggi realizzati con tecnica mista su carta e 20 tavole su carta tratte dal fumetto “Fenice”. Le opere sono espressione del mondo visionario dell’artista. Paesaggi futuristici con architetture inumane e vorticose che attingono dagli elementi estetici del cyberpunk. Un appuntamento immancabile per conoscere l’artista e il suo affascinante lavoro.
Oggi alle 18,00 alla GALLERIA LORCAN O’NEILL in Vicolo dei Catinari 3 a Roma inaugura la mostra Betty Woodman Recent Works. Betty Woodman oltre ad essere la madre della talentuosissima fotografa Francesca Woodman, è una delle più importanti artiste contemporanee che lavora con la ceramica. La Woodman ha iniziato a lavorare con l’argilla e la vernice negli anni Cinquanta, iniziando a realizzare oggetti funzionali, poi sviluppando gradualmente una profonda relazione tra tela e ceramica esplorando lo spazio, sia reale che pittorico, in opere d’arte che uniscono la ceramica laccata e la tela verniciata. Betty Woodman (1930) ha trascorso la maggior parte della sua vita adulta tra la Toscana e New York. Le sue esposizioni museali includono una retrospettiva presso il Metropolitan Museum of Art nel 2006; un’acclamata mostra al Museo Marini di Firenze che ha viaggiato per l’ICA di Londra nel 2016; e una grande installazione all’aperto alla Biennale di Liverpool dello scorso anno. Sarà possibile visitare la mostra fino al 18 Novembre.
di Annapaola Brancia d’Apricena