Alessandra Amoroso, tra i suoi fan anche gli OneRepublic
23 Maggio 2016 - di Silvia_Di_Pasquale
La band statunitense OneRepublic ‘omaggia’ Alessandra Amoroso. Il gruppo, evidentemente colpito dalla voce della ragazza salentina, ha condiviso sul proprio account ufficiale Twitter il video di “Stupendo fino a qui”, commentando le doti di Alessandra (“Sono rapito dalla voce e dalla melodia di questa cantante italiana”). Gli OneRepublic sono un gruppo musicale statunitense formatosi a Colorado Springs nel 2002. Nel 2007 hanno pubblicato il loro album di debutto, Dreaming Out Loud. Il loro primo singolo, Apologize, è stato remixato da Timbaland diventando un grande successo a livello mondiale; il pezzo ha raggiunto la posizione numero uno nelle classifiche di sedici Paesi e, successivamente, ha ottenuto una nomination ai Grammy Award.
Nel corso di un’intervista con Grazia, Alessandra Amoroso ha parlato di un momento particolarmente delicato per la sua vita e carriera, ovvero quando ha subito un’operazione alle corde vocali, che le ha procurato non poche preoccupazioni. Queste le parole dell’artista:
“È la prima cosa che ho pensato: “Riuscirò a riprendermi?”. Quei due noduli, nel bene e nel male, erano i responsabili del mio timbro graffiante. E se non fosse stato più così? La prima volta che ho emesso un suono dopo l’operazione volevo morire: avevo una voce gracchiante. Il mio cervello pensava un suono, dalla mia bocca ne usciva un altro. Ora posso dirlo: sì, ho avuto veramente paura. Per fortuna, con il giusto esercizio, sono tornata a cantare. E il timbro è rimasto lo stesso”.
Secondo quanto riportato da Vanity Fair, del suo ultimo album “Vivere a colori” Alessandra Amoroso ha detto:
“Sono passati otto anni e sul disco c’è ancora il mio viso, ma sono cambiata.E il cambiamento si sente anche nei testi. Si cresce in tutto, si cresce anche nei suoni, che sono diversi da quelli precedenti. Ho fatto un percorso senza bruciare le tappe e, dopo le ballate che mi hanno portato tanta fortuna, era ora di ricercare un sound che permettesse non solo di cantare, ma anche di ballare”.