ROMA – C’era fame di musica all’Atlantico Live di Roma, fame di concerti e fame di rock. Ieri 26 maggio Francesco Motta ha dato il via al suo tour estivo, una serie di live che lo porteranno di nuovo tra le braccia del suo adorato pubblico. Non a caso, è la canzone “Ed è quasi come essere felice” ad accogliere Motta sul palco, accompagnato da un intro strumentale psichedelico (che nel concerto sentiremo parecchio), merito di quelle mine sul palco di Federico Camici (basso), Giorgio Maria Condemi (chitarre), Leonardo Milani (tastiere), Simone Padovani (percussioni) e Cesare Petulicchio (batteria).
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C’era fame di musica, dicevamo. Fame di buona musica. Perché non è solo un concerto quello di Francesco Motta ma è un vero e proprio viaggio polistrumentale di alto livello. Non è solo rock, non è solo punk, non è solo indie. È molto molto altro e, soprattutto, c’è il cuore. Quello di Motta, quello dei suoi compagni di viaggio, “la mia famiglia” ripete il cantante presentando i suoi musicisti almeno tre volte durante il concerto. Il cuore del pubblico, quello che lo segue da sempre e quello che no, “ma che grande Francesco Motta”. E infatti lui, che nei concerti e nelle canzoni il cuore ce lo mette fino in fondo, non vedeva l’ora di salire sul palco: “Mi siete mancati. Che bello rivedervi”.
Il cuore, dicevamo. Il concerto di Motta è un viaggio nella sua vita e nella nostra, una carrellata di alcuni dei suoi successi di sempre “perché il passato non si dimentica” e un bagno tra le nuove canzoni. Ecco allora che i brani dei suoi due album da solista, La fine dei ventanni e Vivere o Morire, si intersecano alla perfezione per dar vita ad uno spettacolo fatto di suoni, musica e vibranti colori.
Tante domande, alcune risposte e una consapevolezza nuova. Vivere o morire, il secondo album da solista di Francesco Motta che ieri ha presentato live per la prima volta, è tante cose. Di certo, è un memorabile racconto della vita dell’artista ma anche la storia di molti. È un dolce, deciso ed eclettico spartiacque tra ciò che c’era prima e ciò che c’è adesso, un omaggio agli amori passati e un bagliore verso quelli presenti. Vivere o morire è, di certo, “la voglia di non dimenticare e il coraggio di lasciarsi andare“, per rispondere un po’ ai versi della sua canzone.
Il concerto, dicevamo. La fine dei vent’anni, Quello che siamo diventati, Vivere o morire, La prima volta, Chissà dove sarai, Del tempo che passa la felicità, : Motta fa ballare, cantare ed emozionare. Fa ridere (“mi son ridotto a bere acqua, sto invecchiando eh?”), commuovere. C’è l’omaggio a Roma (Roma stasera), sua città d’adozione che gli ha dato l’amore e lo ha fatto brillare di una nuova luce. Perché Motta ora è innamorato e non ha remore a dirlo: “Grazie soprattutto ad una persona speciale che da un anno è nella mia vita. Non farò nomi..” ma tanto noi, che siamo pettegoli, lo sappiamo già. C’erano un paio di luminosi occhi azzurri in fondo alla sala, quelli di Carolina Crescentini, che portavano luce sul palco.
di Claudia Emme
Foto: Valerio Novelli (All rights reserved – © copyright).
– Prossime date per vedere Motta dal vivo: 28 maggio ESTRAGON di Bologna, 29 maggio OBIHALL di Firenze, 31 maggio ALCATRAZ di Milano. Biglietti in vendita.
La scaletta del concerto all’Atlantico Live di Roma:
Ed è quasi come essere felice
La fine dei vent’anni
Quello che siamo diventati
Vivere o morire
La prima volta
Chissà dove sarai
Per amore e basta
Prima o poi ci passerà
Del tempo che passa la felicità
E poi ci pensi un po’
Prenditi quello che vuoi
Roma stasera
Se continuiamo a correre
Abbiamo vinto un’altra guerra
Sei bella davvero
Mi parli di te
La nostra ultima canzone
Fango (omaggio ai Criminal Jokers, il gruppo musicale con cui ha esordito Francesco Motta)
Mi parli di te.
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