Vasco Rossi, Isis e crisi? “Non dobbiamo aver paura”
20 Giugno 2016 - di Silvia_Di_Pasquale
Vasco Rossi: dal palco dello stadio di Lignano Sabbiadoro ha preso ufficialmente il via, con la data zero, il Live Kom ‘016 (una produzione da 3.5 milioni di euro e da 1,2 milioni di spettatori in tre edizioni), davanti a circa 20 mila persone. Un Vasco Rossi in forma, con una voglia rinnovata di stare sul palco e “di fare”.
“Ogni anno è diverso, ogni concerto è la narrazione dell’attuale, dell’adesso, di quello che sono oggi – racconta nei camerini subito dopo le due ore e mezzo di spettacolo, aperte da Lo show e con una prima parte dedicata all’ultimo album Sono Innocente -. E il Live Kom ‘016 è la sintesi di quelli che l’hanno preceduto. E’ quello conclusivo, che prende il meglio di tutto e lo mette insieme”.
Per ripartire con nuove idee e nuovi progetti, senza lasciarsi prendere dalla paura che attanaglia l’epoca in cui viviamo:
“Il nemico non è l’odio, ma la paura – dice Vasco Rossi – Non dovete aver paura, non dobbiamo aver paura”, dice il Blasco rivolto al suo popolo alla fine del concerto. “E’ una frase che ho preso da Gandhi – spiega -. Mi sembra adatta per il momento che stiamo vivendo: non è che che non si ha paura, ma il punto è che non dobbiamo averne. E l’odio lo superi non avendo paura. Non c’è coraggio a sparare a della gente in un bar, è da vigliacchi, ma non dobbiamo cambiare le nostre abitudini. Libertà, diritti acquisiti, conquiste sociali e civili non possono essere messe in discussione. Bisogna difenderle, anche morendo. La vita non è a tutti i costi, non è garantita. E il terrorismo fa meno morti degli incidenti stradali. Si muore in modi ben peggiori, che non fanno notizia”. E ai ragazzi Vasco Rossi dice: “Non dovete aver paura, anche con la crisi economica, tenete duro, realizzate i vostri sogni. Ce la farete. Anche io pensavo di non farcela, e invece…”.
La malattia che lo ha costretto allo stop nel 2011 per un paio d’anni sembra ormai lontana. “Ho fatto un patto con il diavolo. Un altro. I medici mi hanno dato degli ultimatum e ora conduco una vita sana. Be’, ammetto che mi trovo un po’ spaesato – scherza -, anche un po’ due palle”. “Roma – grande assente la scorsa estate – è il primo passo (“quattro volte all’Olimpico: posso metterlo tra i miei record, tornare a casa e tirare una riga. Concludendo così una storia”), poi si guarda avanti. Primo tra tutti, un cofanetto di quattro dischi che raccoglie tutto il repertorio dagli inizi ad oggi e che uscirà entro l’anno:
“Ci saranno anche quattro inediti – quest’anno è l’anno del quattro -, il primo è una ballata e uscirà a ottobre”, annuncia senza rivelarne però il titolo. La raccolta sarà il preludio a Modena Park – Colpa d’Alfredo, i festeggiamenti per i 40 anni dal primo disco. Sarà l’unico appuntamento estivo nel 2017 di Vasco e si parla già di 180 mila possibili presenze. Ma la voglia di live non finisce qui. “I palasport? Chi lo sa. Quello che è sicuro è che io non mi fermo più. Mi piacerebbe un tour acustico in teatro e prima o poi lo faccio. Basso, chitarra e voce”. (Ansa).