Rebekah Brooks assolta, vince ancora: rosse, più intriganti delle altre?

Rebekah Brooks assolta, vince ancora: rosse, più intriganti delle altre?

25 Giugno 2014 - di Claudia Montanari

LONDRA – Rossa, rossissima. E, soprattutto, naturale. Rebekah Brooks, protagonista dello scandalo ribattezzato Tabloidgate è stata assolta. E dopo 7 mesi di processo e 7 giorni di camera di consiglio, i destini della “Rossa” -soprannominata così non certo a caso- e di Andy Coulson si separano: lei libera, lui condannato.
Colleghi, a lungo amanti e, secondo qualche accusa, anche complici nell’ormai famoso scandalo Tabloidgate, ovvero le intercettazioni illecite ai danni di personaggi famosi, membri della famiglia reale, vittime di crimini, con l’obiettivo di ottenere scoop da prima pagina. In queste ore la sentenza: lei è libera, lui in carcere.
Finisce così una vicenda che ha fatto tremare la società britannica per mesi e mesi. Andy Coulson, che ha subito il fascino della “Rossa”, colpevole.
Ma chi è Rebekah Brooks? Colei che  stata ribattezzata “Lady Macbeth col Blackberry” ha colpito ancora, e fa venire in mente ancora una volta quel luogo comune che, pare tanto luogo comune non sia: le rosse sono davvero più perverse e intriganti delle altre donne?
Si dice che solo il 2% della popolazione mondiale sia dotata di una chioma rossa. Ma se si va indietro nel tempo, questa minima percentuale conquista da sempre un posto in prima fila nella storia. Se da sempre le donne vengono individuate come “creature della discordia”, le rosse, come Anna Bolena, una che è riuscita a far divorziare Enrico VIII dalla moglie Caterina D’Aragona e che generò anche lo scisma religioso, erano a dir poco malvagie.
Sarà probabilmente per il temperamento caratteriale, sarà per l’umorismo brillante ed ironico, sarà la bellezza eterea e la pelle di porcellana, ma i pittori che non sono rimasti immuni al fascino delle rosse sono numerosi.
Quando Steven Meisel fotografa modelle rosse e controverse non fa altro che continuare una tradizione artistica di secoli.
Se si pensa ad alcune delle più grandi star di Hollywood e non solo, è impossibile non constatare come avere una chioma rossa possa rappresentare una marcia in più. Rita Hayworth, la raffinata Greer Garson, ma anche Shirley Maclaine.
L’alone storico rende la personalità delle rosse femminile e guerriera. Si pensi, rispettivamente, l’atomica Jessica Rabbit dei cartoni animati e la regina Elisabetta I, detta la “Regina Vergine”, rossissima, che mai si sposò e regnò sull’Inghilterra per quasi cinquant’anni.
Insomma, il potere delle “rosse” si tinge di storia e della rossa Rebekah ne avevano paura tutti. Di certo c’è che ancora una volta Rebekah ha dimostrato che è difficile metterla al tappeto.
Dell’abile rossa “senza scrupoli traccia un ritratto Enrico Franceschini che su Repubblica scrive di lei:
“Il verdetto di ieri esalta invece la cronaca, quella nera e quella bianca, riunite insieme dalla biografia di una indubbiamente abilissima carrierista, entrata nei giornali di Murdoch come fattorina per diventarne la più giovane direttrice e quindi l’amministratrice, un’indiavolata cacciatrice di scoop, una giornalista seducente con gli uomini e amica con le donne, una che cominciava i discorsi con la frase «mi odiano tutti» ma quando è stata arrestata ha ricevuto un sms dall’ex premier Tony Blair con la frase «tieni duro, ti sono vicino». Una che con il primo marito fece a botte fino all’arrivo della polizia e con il secondo ha nascosto in garage riviste pornografiche poco prima che fossero messe ad entrambi le manette (anche lui ora è stato assolto). La ragazza che rubava le notizie perfino ai redattori del suo stesso giornale ora ha da raccontare una notizia che nessuno può rubarle: la storia di come è stata assolta. Rebekah la Rossa, si può scommettere, presto scriverà un libro pagato milioni di sterline, tornerà a dirigere giornali e farà di nuovo paura a un sacco di gente”