Disfunzione erettile per 1 uomo su 3: le cause e come combatterla
18 Novembre 2013 - di Claudia Montanari
ROMA – La disfunzione erettile, chiamata spesso impropriamente “impotenza”, è un disturbo maschile caratterizzato dall’oggettiva incapacità di raggiungere e mantenere un’erezione durante un rapporto sessuale.
Secondo gli ultimi studi la disfunzione erettile è un problema piuttosto comune ma solo il 10% di chi ne soffre è disposto a riconoscerlo e affrontarlo.
Sono molteplici i fattori che possono alterare il meccanismo dell’erezione, in alcuni casi anche concomitanti e non necessariamente legati alla sfera psicologica.
Come si legge su Il Corriere della Sera l’incidenza della disfunzione erettile risulta strettamente correlata con l’età:
“Secondo le stime più recenti, in Italia sarebbero 3 milioni gli uomini che ne soffrono. Si tratta infatti di un problema medico molto diffuso che che colpisce almeno 1 uomo su 3 fra i 40 e i 70 anni e può insorgere a qualsiasi età”
In alcuni casi la disfunzione erettile si presenta solo come come un problema occasionale, in altri invece è un disturbo frequente e ripetuto e per questo richiede un approfondimento:
“Gli studi recenti hanno messo in luce come la disfunzione erettile sia nella maggioranza dei casi una vera e propria condizione medica e che l’eventuale disagio psicologico che lo accompagna ne sia solo una conseguenza”.
FATTORI DI RISCHIO – Quando ci si trova davanti alla patologia della disfunzione erettile bisogna identificare alcuni fattori di rischio importanti. Si legge sul Corriere della Sera:
“Come per molte malattie, il fumo di sigaretta è senza dubbio una delle prime cose da evitare. La compresenza di altre situazioni patologiche quali ad esempio diabete, obesità, endocrinopatie o altre malattie sistemiche croniche quali ad esempio insufficienza renale o problematiche a carico del fegato sono fattori predisponenti, gravando sul bilancio di salute generale dell’individuo. La componente vascolare del disturbo suggerisce inoltre come patologie correlate quali ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari o aterosclerosi possano agire da fattori di rischio. Anche la presenza di malattie logiche centrali e periferiche quali ad esempio Alzheimer, Parkinson o sclerosi multipla, come anche un precedente intervento di chirurgia della pelvi possono agire da fattori predisponenti”.
Ma cosa fare quando è stata diagnosticata la malattia? Innanzitutto, bisogna
“Correggere i fattori scatenanti sia a livello fisico che a livello patologico. Abbandonare il fumo di sigaretta, non eccedere con l’alcool e cercare di combattere la sedentarietà sono tre primi comportamenti da adottare, per conseguire in breve un migliore stato di salute generale. Un regolare esercizio fisico, inoltre, facilita anche il rilassamento, sciogliendo eventuali stati d’ansia o di stress. Anche il consumo di pasti abbondanti soprattutto alla sera o prima di un rapporto, nei pazienti predisposti potrebbe ostacolare l’erezione. Altro atteggiamento diffuso che va modificato è il fai-da-te nella gestione di eventuali terapie farmacologiche. Modulare infatti la posologia o sospendere improvvisamente l’assunzione di un farmaco senza il consulto medico potrebbe creare uno sbilanciamento fisico e gravare sulla problematica”
Molto importante è il rapporto con la partner:
“Da evitare anche la negazione del disturbo. Parlare apertamente con la partner del problema è fondamentale. Nella coppia infatti, la comunicazione è importante per affrontare insieme qualsiasi tipo di disturbo, compresa la disfunzione erettile. In alcuni casi può essere utile seguire una specifica terapia di coppia nella quale, guidati da consigli esperti, si possa sviscerare la problematica”.
Affidarsi sempre ad uno specialista:
“È fondamentale a fondo la storia clinica del paziente, al fine di individuare tutte le possibili cause e problematiche connesse. Il medico andrologo al quale ci si rivolgerà saprà raccogliere in un primo momento tutte le informazioni che aiutano a capire meglio la causa del problema. Solo successivamente la visita vera e propria con un esame fisico generale fornirà ulteriori elementi. L’andrologo cercherà i segni di possibili squilibri ormonali valutando ad esempio la dimensione dei testicoli o la situazione circolatoria generale. Agli esami fisici si accompagna anche un’anamnesi specifica per inquadrare le relazioni affettive sessuali e la componente emotiva con cui viene affrontata la situazione. A questo punto l’andrologo valuterà il tipo di terapia o di intervento da suggerire”
Infine, è bene specificare che, a prescindere delle cause, la maggioranza dei casi di disfunzione erettile può essere trattata.