Stimolanti e complessi anni ’70: Milano li ricorda così
4 Giugno 2012 - di marina_cavallo
MILANO – Addio anni ’70 – Arte a Milano 1969-1980 è il titolo della mostra che si è aperta il 31 maggio al Museo del Novecento di Milano. La mostra, a ingresso gratuito, è ideata e promossa dal Comune di Milano-Assessorato alla Cultura e da Palazzo Reale su un progetto di Francesco Bonami e Paola Nicolin
Controversi e complessi gli anni ’70. Nella capitale economica dell’Italia, il decennio si apre con piazza Fontana e si chiude nella Milano da bere, nel mezzo la tempesta politica e l’esplosione creativa, la Milano operaia che declina e quella della finanza che spicca il volo, la città dei grandi giornali che dettano la linea e quella della protesta che si respira ovunque, la Milano dei martiri sacrificati alla violenza degli “anni di piombo” e la Milano che reagisce, non lasciandosi abbattere. E che reagisce anche attraverso l’arte. Quella degli anni ’70 è la Milano che ascolta e precede i tempi, contribuendo a creare nuovi linguaggi. Linguaggi, non mode, quelle prenderanno il sopravvento nel decennio successivo, rimescolando le carte.
“Dopo ‘Bramantino a Milano’ ecco il secondo esperimento di autoproduzione del Comune di Milano – spiega l’assessore alla Cultura Stefano Boeri – Una mostra di grande qualità espositiva e di assoluto rigore scientifico, con opere e testi ri-esposti oggi per la prima volta dagli anni Settanta, in un contesto di assoluta gratuità che dà il senso del nuovo corso della politica culturale milanese. Una grande mostra, con oltre 2500 metri quadrati espositivi per oltre 70 artisti rappresentati, che racconta in modo inequivocabile come negli anni Settanta Milano sia stata una delle capitali europee dell’arte e della cultura. Oggi possiamo dire che le esperienze artistiche milanesi hanno trasformato il decennio più vitale e controverso del ventesimo secolo in un momento fondamentale della storia della cultura internazionale. In quel decennio così complesso e difficile, infatti, a Milano sono nati – e da Milano sono partiti – spunti estetici e di ricerca che hanno poi influenzato le esperienze di molti dei più noti artisti contemporanei“.
Davanti all’infinità di spunti, i curatori mettono le mani avanti: il percorso espositivo è “una delle letture possibili di quegli anni”. In esso sono le opere, sono le voci, a rivelare la situazione, il momento storico, in un confronto fatto di pittura, scultura, fotografia, video e film d’artista, installazioni e documentazioni video e sonore legate ad azioni irripetibili come performance, happening, concerti, spettacoli teatrali e di teatro danza, e poi una selezione di materiale editoriale, proveniente da archivi privati e pubblici. Dalla Milano di Ugo Mulas a quella di Gianni Berengo Gardin e Gabriele Basilico, dalle installazioni di Luciano Fabro e di Luise Nevelson alle sculture di Arnaldo Pomodoro, da Christo alla biro su carta di Alighiero Boetti.
“Addio Anni 70 desidera restituire una situazione complessa, una solida polifonia di voci di un decennio irregolare, caratterizzato dalla coincidenza degli opposti, compreso tra l’esaurirsi della stagione delle speranze, delle utopie, del protagonismo dei soggetti collettivi e delle grandi trasformazioni del’68 e la corsa al benessere diffuso e protetto, al consolidarsi dell’individuo attorno alle categorie del mercato e dello sviluppo economico” affermano Francesco Bonami e Paola Nicolin, sottolineando la doppiezza di quei dieci anni: l’anima violenta della guerriglia e l’anima post-moderna, gaudente, che sboccerà nei successivi anni Ottanta.
Alcuni protagonisti del tempo sono stati chiamati a curare alcune delle sale della mostra sulla base delle loro esperienze e di quel che ne rimane: lo scrittore e poeta Nanni Balestrini, l’artista Gianni Emilio Simonetti, il pittore Sergio Dangelo con il teorico Arturo Schwarz e l’artista e scrittore Daniel Spoerri con il fotografo Gino Di Maggio mentre ad aprire e chiudere il percorso è una reading room con tavoli e sedie di Enzo Mari, legate all’esperienza dell’Autoprogettazione che il designer presentò per la prima volta alla Galleria Milano nel 1974. Nella sala saranno visibili anche le interviste a critici e protagonisti del decennio realizzate ad hoc insieme alla documentazione editoriale d’epoca. Completano l’esposizione una sezione dedicata al libro d’artista e alle riviste indipendenti, allestita, dal 22 giugno 2012, al Museo del ‘900 (a cura di Giorgio Maffei) ed una serie di attività e momenti di approfondimento tematici pubblici e gratuiti.