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Bodyscapes: sciatori che scendono sul seno, ci si tuffa nell’ombelico …

11 Agosto 2012 - di marina_cavallo

NEW YORK – Qualunque appassionato d’arte e di fotografia sa benissimo che una delle visioni più interessanti è il panorama, quello che in inglese si chiama landscape. Sono gli sterminati spazi che si aprono alla vista che ammaliano artisti e spettatori, perché sono spesso in grado di mozzare letteralmente il fiato. Allan Teger è un fotografo americano autodidatta che sostituisce la natura con il corpo (con predilezione per quello delle donne), rendendolo il centro del paesaggio.
La storia della fotografia di genere erotico è piena di sperimentazioni sul corpo, ma il progetto più interessante di Teger, denominato appunto Bodyscapes (corpo che diventa panorama, se vogliamo tradurre il neologismo), si spinge oltre. Il corpo non è mostrato mai nella sua interezza, ma solo come parte integrante di un paesaggio. Sono i dettagli che contano.
E non è un caso, perché l’idea di un progetto così innovativo è venuta ad Allan Teger molti anni fa, quando ancora lavorava come docente di psicologia all’Università della Pennsylvania. Volendo studiare il concetto di realtà in rapporto alla percezione, decise quindi di creare i Bodyscapes.

Lo scopo del professore, oltre che di svecchiare l’insegnamento e aprire la mente degli studenti, era di far comprendere come la realtà possa cambiare significato in rapporto alla fonte della percezione, e come al contrario la percezione possa essere ingannata da realtà che sembrano vere ma non lo sono. Teger descrive così lo sviluppo del suo lavoro:”Mi ricordo il momento in cui l’idea di bodyscapes mi è venuta. Stavo pensando che la forma e la struttura dell’universo si ripete ad ogni livello e improvvisamente ho avuto l’immagine nella mia mente di uno sciatore che scende lungo un seno. Questa è stata la percezione che l’universo ripete le sue forme: un corpo sembra una montagna e viceversa. Era anche un esempio di due realtà coesistenti: la stessa immagine potrebbe essere vista come un paesaggio e potrebbe anche essere vista come un corpo. Ho capito subito che avevo nella mia mente tutta una serie di immagini in attesa di essere catturato su pellicola”. Un discorso molto meno complesso di quanto possa sembrare.
Tegel cercò quindi di applicare questa teoria della percezione mutevole alla fotografia, utilizzando proprio il corpo, base della nostra percezione del mondo. Nelle sue fotografie, le parti del corpo diventano elementi naturali, scena (anzi scenografia) per l’azione, fondale perfetto: quindi un seno può diventare una parete rocciosa da scalare, il sedere una collina dove siedono due innamorati.
Il tutto con un bianco e nero che rende l’effetto ancora più realistico, tanto che, se non sapeste che quel che vedete è un corpo umano, sareste davvero portati a credere che si tratti di elementi del paesaggio. Insomma, lontano dalla solita fotografia erotica, un modo nuovo di raccontare il corpo della donna, che è poi il panorama più bello che possa esistere.
Il progetto in corso è iniziato nel 1976, e il set è stato aggiornato regolarmente fino ad oggi. La maggior parte sono scattate con una medio formato Mamiya RB67. Le immagini che vi proponiamo sono quelle che Teger ha inserito in un libro che uscirà in settembre pubblicato dalla Schiffer. I titoli delle foto: ‘coppia a vela’, ‘vela’, ‘tubi’, ‘squalo’, ‘due piloti’, ‘treno’, ‘sub’, ‘innamorati’, ‘giocare a golf, ‘delfini’, ‘pesca’, ‘moto’ .

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