La Cappadocia, patrimonio Unesco, dalla mongolfiera
11 Luglio 2012 - di lbriotti
ROMA – La crisi economica che attanaglia il mondo, a quanto pare dalle ultime statistiche pubblicate, colpisce anche la cultura. La Cappadocia, regione dell’Anatolia (nella Turchia asiatica), registra infatti un sensibile calo del flusso turistico.
La Cappadocia nel 1985 è stata inclusa fra l’altro nella lista dei siti patrimonio dell’Umanità scelti dall’Unesco. L’area si caratterizza per una formazione geologica unica al mondo, con presenza di tufo vulcanico e pietre scolpite dalla erosione, e per il suo patrimonio storico e culturale.
La Cappadocia è una regione storica dell’Anatolia, un tempo ubicata nell’area corrispondente all’attuale Turchia centrale, che comprende parti delle province di Cesarea, Aksaray, Niğde e Nevşehir. La Cappadocia si caratterizza per una formazione geologica unica al mondo e per il suo patrimonio storico e culturale. Nell’anno 1985 è stata inclusa dalla UNESCO nella lista dei siti patrimonio dell’Umanità, con una superficie protetta di 9576 ha.
La regione che attualmente prende il nome di Cappadocia è molto più piccola di quello che era l’antico regno di Cappadocia di epoca ellenistica. Il parco nazionale di Göreme e i siti rupestri della Cappadocia sono stati dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Le peculiarità geologiche del sito hanno fatto sì che i suoi paesaggi siano spesso descritti come “lunari”. La formazione geologica tipica, un tufo calcareo, ha subito l’erosione per milioni di anni, acquisendo forme insolite ed è abbastanza tenero da consentire all’uomo di costruire le sue abitazioni ricavandole dalla roccia, dando vita a insediamenti rupestri, piuttosto che a edifici innalzati da terra. In questo modo, i suoi paesaggi lunari sono pieni di cavità e grotte, sia naturali che artificiali, molte delle quali continuano ad essere frequentate e abitate ancora oggi.
La posizione geografica ha fatto per secoli della Cappadocia un crocevia di rotte commerciali, oltre che l’oggetto di ripetute invasioni. Gli abitanti della regione hanno costruito rifugi sotterranei (esempi ancora visitabili sono le città di Kaymaklı e Derinkuyu) che permettevano a intere città di rifugiarsi nel sottosuolo, e di sopravvivervi per molti mesi, senza necessità di arrischiare sortite esterne. La costruzione di queste città sotterranee si articolava su più livelli ed erano equipaggiate con fori di aerazione, stalle, forni, pozzi d’acqua e tutto quanto fosse necessario ad ospitare una popolazione che poteva arrivare, contando tutte le città sotterranee scoperte, fino a 20.000 abitanti. Quando queste città sotterranee sono state frequentate durante il cristianesimo bizantino, alcune camere sono state adattate come templi decorati con affreschi sulle pareti.
Di solito vengono effettuate, opportunamente messe in agenda dagli operatori turistici locali, escursioni turistiche a bordo di mongolfiere: dall’alto, il panorama lascia infatti senza fiato.
l pallone aerostatico si conferma uno dei migliori mezzi da cui scattare foto indimenticabili quando si tratta di un paesaggio o in generale di un’area vasta e statica. Grazie alla mongolfiera infatti, è possibile avvicinarsi più di un aereo al punto da fotografare; la velocità inoltre è minore rispetto ad un elicottero ed offre ottime possibilità di immortalare con più tranquillità questi paesaggi.
(foto Ap/LaPresse)