Ched Evans assolto per stupro. Donna che l’ha accusato insultata via social
18 Ottobre 2016 - di Silvia_Di_Pasquale
MANCHESTER – Ched Evans assolto per stupro: il calciatore gallese non ha violentato una 19enne in un albergo di Rhyl (Galles del Nord). Lo ha stabilito la corte del Galles che ha assolto l’ex Nazionale e Manchester City. Dopo la sentenza, Ched ha ripreso in mano la sua vita, sostenuto dalla fidanzata Natasha Massey, dalla quale ha avuto un figlio.
Ben altro epilogo per la donna che ha accusato il calciatore di stupro, che considera la sua vita ormai “distrutta”. Non solo, una fonte a riferito a The Sun che sta pensando di lasciare il Regno Unito per trasferirsi in Australia perché “vuole fuggire da tutto questo”. E’ stata vittima di pesanti insulti via social da parte dei suppoter del calciatore. Il suo nome è circolato sebbene le fosse stato garantito dalla legge l’anonimato a vita. Inoltre, Ched Evans si è rifiutato di porgere delle pubbliche scuse nei suoi confronti. Un gesto che per alcuni suona virile, per altri spregevole, per altri ancora poco elegante, ma comunque non dovuto.
Nell’aprile del 2012 Evans è stato condannato a cinque anni di reclusione con l’accusa di aver stuprato una ragazza. Quest’ultima non avrebbe potuto acconsentire al rapporto perché in evidente stato di ebrezza. Il calciatore ha sempre negato questa versione, sostenendo che l’atto sessuale fosse stato invece consenziente.
“Ho vissuto con alcune delle persone più disgustose del Paese e con il fatto di essere etichettato” – ha spiegato il calciatore al Daily Mail descrivendo la sua condizione di recluso- “Mi hanno messo nella fascia di detenuti vulnerabili a causa del fatto che se fossi stato posizionato altrove, qualcuno avrebbe potuto accoltellarmi per via del caso e del crimine in cui ero coinvolto. Ogni giorno era un incubo. Hanno cercato di farmi seguire un corso sulle offese sessuali e mi ha detto che avrei avuto una vita più facile in carcere – più soldi, più vestiti, una Playstation. E ‘stato progettato per far accettare alle persone quello che hanno fatto. Dal primo giorno mi sono rifiutato di farlo. Non sono mai andato ad un corso che poteva essere visto come una ammissione”.