Le corna nella locandina de “I Più Grandi di Tutti”
6 Aprile 2012 - di lbriotti
ROMA – Carlo Virzì torna al cinema con “I Più Grandi di tutti”, film che racconta dell’improbabile reunion dei Pluto, rock band formatasi nel ’93, con tre dischi all’attivo e l’inevitabile scioglimento nel 2000.
Il film, oltre che per la trama colpisce per la locandina in cui appare Claudia Pandolfi che fa le corna, il tipico “saluto” delle rock band. Il gesto ricorda però quello del dimissionario Umberto Bossi noto per aver utilizzato diversi gesti simili come il dito medio e il segno dell’ombrello.
LA TRAMA DEL FILM – “Volevo raccontare questi esseri umani inadeguati, confusi da un evento inaspettato: per farlo sono tornato in un ambiente che conosco, quello della musica, non tanto per concentrare l’attenzione su chi non ce l’ha fatta ma di come potessero riemergere i ricordi, accantonati, di persone che in un modo o nell’altro avevano rimosso un periodo della propria vita”.
Carlo Virzì (cantautore degli Snaporaz negli anni ’90, poi compositore per i film del fratello Paolo, dal 2006 regista con ‘L’estate del mio primo bacio’) lo sa, essere una rock band alternativa della provincia, in Italia, non sempre equivale ad ottenere il pass per la fama e la celebrita’: ‘I più grandi di tutti’, che ha scritto, diretto e musicato, nelle sale dal 4 aprile distribuito da Eagle Pictures in 120 copie, racconta dell’improbabile reunion dei Pluto – rock band di Rosignano Solvay formatasi nel ’93, con tre dischi all’attivo e l’inevitabile scioglimento nel 2000 – “inseguita” dall’appassionato Ludovico (Corrado Fortuna), ricchissimo e paraplegico giornalista deciso a rimettere insieme i componenti della band per realizzare un documentario sulla “più grande rock band” degli anni ’90, a suo tempo seguita in lungo e largo per tutta la penisola nei vari concerti.
Per farlo, aiutato economicamente dalla madre ultracomprensiva (Catherine Spaak), contatta via mail l’ex batterista Loris (Alessandro Roja), nullafacente sposato con figlio di sette anni. A lui, il compito di ritrovare gli altri componenti, dal frontman Mao (Marco Cocci) alla bassista Sabrina (Claudia Pandolfi), fino al chitarrista Rino (Dario Kappa Cappanera), persi di vista ormai da tempo.
“La molla che spinge il mio personaggio – dice Alessandro Roja – sono gli occhi del figlio: Loris, uomo dal ritmo molto lento, raduna le sue forze per riavvicinare il bambino alla sua figura”. Sabrina invece si è rinchiusa nella gabbia dorata costruita amorevolmente da un marito premuroso e borghese: “E’ una donna che galleggia, si sposta dove la porta la corrente, e come le si presenta l’occasione di fuggire la coglie al volo, magari senza pensare troppo alle conseguenze”, dice Claudia Pandolfi, che per il ruolo ha avuto l’opportunità di avvicinarsi ad uno strumento ancora “non molestato”, il basso: “Quando sono a casa, da sola, suono a modo mio vari strumenti, per il film però il suono che usciva dal basso in realtà era quello di Carlo Virzì”.