Greenpeace: 100mila barchette a Bruxelles per la pesca sostenibile
30 Maggio 2013 - di lbriotti
BRUXELLES – Una flotta di oltre 100 mila barchette firmate dai cittadini di tutta Europa è stata consegnata a Bruxelles da Greenpeace, poco prima dell’avvio delle negoziazioni finali per la riforma della Politica Comune della Pesca (CFP). Con questa azione simbolica – che corona il tour di Greenpeace “Sostieni chi pesca sostenibile” – l’organizzazione chiede all’Europa di sostenere la pesca a basso impatto ambientale con una riforma che fermi la pesca eccessiva e distruttiva.
A ricevere le 25 mila barchette di carta – insieme a una flotta virtuale di oltre 90 mila barchette firmate sul Web – sono stati i negoziatori che rappresentano i ministri della Pesca europei, il Parlamento europeo e il Commissario europeo per la Pesca Maria Damanaki. La consegna è avvenuta poco prima dell’avvio delle ultime riunioni per raggiungere un accordo sulla nuova Politica Comune della Pesca.
Le barchette di carta sono state raccolte durante il tour europeo “Sostieni chi pesca sostenibile” a sostegno dei pescatori artigianali europei. Partita a marzo dalla Romania, la rompighiaccio di Greenpeace, Arctic Sunrise, ha toccato Bulgaria, Grecia, Croazia e Slovenia, arrivando a fine aprile in Italia. Adesso la nave si trova in Francia per concludere il suo viaggio il 9 giugno a Londra. Delle oltre 100 mila barchette raccolte sul sito myboat.gp/it/ e nelle tappe del tour, quasi 22 mila sono state firmate in Italia.
“Grazie al tour di Greenpeace in migliaia stanno chiedendo all’Europa di porre fine alla pesca eccessiva che sta svuotando i nostri mari e mettendo in ginocchio i pescatori artigianali – afferma Giorgia Monti, responsabile campagna Mare di Greenpeace Italia -. Nei prossimi giorni le ultime negoziazioni per decidere le nuove regole della pesca europea si svolgeranno a porte chiuse: ci auguriamo che i nostri politici non si dimentichino che la posta in gioco è alta. Questa nuova riforma non può essere l’ennesimo fallimento, deve garantire un futuro alle risorse ittiche e a chi pesca sostenibile!”.
Greenpeace chiede il recupero degli stock ittici entro il 2020, una riduzione della flotta europea entro limiti sostenibili con accesso prioritario alle aree di pesca per coloro che pescano con un basso impatto ambientale, e forti pene pecuniarie per coloro che non rispettano le regole. La piccola pesca rappresenta circa l’80 per cento della flotta europea, ma è sempre stata penalizzata dalle precedenti politiche della pesca e rischia di scomparire.
Lo scorso febbraio il Parlamento europeo ha votato a maggioranza una riforma fondata su regole che avrebbero posto fine a decenni di pesca eccessiva e alla crisi della pesca europea. Purtroppo le ultime riunioni dei ministri europei della Pesca hanno posto forti freni a questa riforma cercando di proteggere, come al solito, gli interessi della grande pesca industriale.
“Siamo in un momento chiave: i nostri politici devono decidere da che parte stare. Tutelare il mare e chi pesca sostenibile, o svenderlo all’industria e condannarlo. Non c’è più tempo da perdere. Se non verranno adottate regole precise la vita dei nostri mari verrà irreparabilmente danneggiata insieme al sostentamento di migliaia di famiglie di pescatori”, conclude Monti.