“Mia mamma ha venduto la mia verginità”: gli orrori su minori in Cambogia
1 Aprile 2014 - di Claudia Montanari
PHNOM PENH (CAMBOGIA) – Torturate, malmenate e costrette ad abusi sessuali per un’intera settimana e anche di più. Una ragazza cambogiana, la cui verginità è stata venduta ad un uomo quando aveva solo 12 anni, ha raccontato a Marie Claire gli orrori del commercio del sesso in Cambogia.
Dara Keo, che ora ha 17 anni, aveva 12 anni quando la madre Rotana, disperata perché non sapeva come pagare i debiti di gioco del suo defunto marito, l’ha venduta ad un uomo “ricco e potente”. Nel suo racconto Dara mette in luce l’agghiacciante e rivoltante realtà subita da migliaia di ragazzine ogni giorno in Cambogia. La madre di Dara ha raccontato:
“I creditori di mio marito mi minacciavano quando non riuscivo a pagare. La paura e la preoccupazione dei debiti mi facevano stare male. Infine, ho venduto mia figlia”.
Per Dara è iniziato un vero e proprio calvario durato più di una settimana che ha segnato l’esistenza della ragazza per sempre. Dara è stata prima visitata da un medico corrotto che si è assicurato che l’imene della ragazza fosse ancora intatto -una vera preoccupazione per l’uomo che l’ha comprata visto che in Cambogia molti trafficanti del sesso utilizzano la chirurgia per ricostruire l’imene e provare a vendere le ragazzine più volte– poi, Dara ha raccontato:
“Mi hanno portata dall’uomo che mi ha comprata. Sono dovuta stare con lui per una settimana, mi ha violentata più e più volte e senza preservativo”.
Purtroppo la pratica del commercio della verginità è molto diffusa in Cambogia, dove un’antica credenza che deriva dalla cultura taoista vuole che il sesso con le ragazze vergini prolunghi la durata della vita.
Secondo quanto si legge sul sito di Marie Claire, l’uomo che ha comprato Dara sarebbe un politico cambogiano di spicco ma sia Dara sia la madre si sono rifiutate di fare il nome.
Secondo i racconti di Dara, l’uomo andava a trovare la ragazzina, chiusa in una camera d’albergo, due o anche tre volte al giorno e abusava di lei:
“Era molto violento. Il dolore era straziante”.
Alla fine della settimana Dara è stata lasciata con ferite e contusioni e aveva forti dolori quando camminava o urinava nelle settimane successive.
Purtroppo la storia di Dara è solo una tra quella di migliaia di ragazzine cambogiane la cui verginità viene venduta ogni anno. In genere viene acquistata da importanti politici e poliziotti, gli unici abbastanza ricchi da poterselo permettere.
Per la vendita della verginità delle proprie figlie, le famiglie ricevono circa 1500 dollari che equivalgono a quattro anni di stipendio di un operaio medio. Tuttavia Rotana era così disperata che si accontentò di 500 dollari.
Nonostante il danno morale e il trauma mentale e fisico cui è stata sottoposta Dara, né lei ne tante altre ragazzine, tuttavia, mostrano risentimento nei confronti dei genitori.
Nget Thy, direttore esecutivo del Centro cambogiano per la salvaguardia dei diritti dei bambini, ritiene che questo probabilmente accada perché in Cambogia è pensiero comune che “i bambini esistono per dare benefici ai loro genitori, non il contrario”:
“I bambini si sentono fortemente in dovere di rimborsare i loro genitori per averli cresciuti. Il concetto dei diritti dei bambini è praticamente inesistente”.
Tuttavia, esistono alcune organizzazioni che si sforzano di porre fine a questo circolo vizioso – come Riverkids, una ONG che insegna alle giovani ragazze alcuni lavori e le incoraggia a trovarsi una occupazione.
Rattana Chey, che ora ha 21 anni, ha ringraziato Riverkids per averla aiutata a fuggire dopo che l’organizzazione aveva scoperto che sua madre voleva vendere la sua verginità quando aveva 15 anni. La ragazza ha spiegato:
“Riverkids ha offerto del riso alla mia famiglia, e loro in cambio non dovevano vendermi”.
L’organizzazione ha insegnato alla ragazza a cucire ed ha aiutato più volte la madre in caso di necessità.
Ma in un paese impoverito e in cui dilaga il fenomeno dell’ignoranza, diventa quasi impossibile sradicare completamente il terribile fenomeno. Il dottor Chhiv Kek Pung, presidente dell’organizzazione per i diritti umani LICADHO, ha spiegato:
“Ci sono un numero infinito di famiglie indigenti che permettono a questi spregevoli personaggi di continuare a perpetrare il loro sporco commercio. E lo Stato di diritto è molto debole”.
Rattana adesso è diventata la capofamiglia, è lei che porta a casa da mangiare ed ha aiutato le sue due sorelle più piccole ad evitare di essere vendute:
“Grazie alla mia capacità di guadagnare con il mio lavoro, adesso io sono la persona più potente della nostra famiglia. Sono determinata a rompere questa consuetudine raccapricciante”.