Ornella Vanoni e Gino Paoli, 80 anni ad un giorno di distanza FOTO, VIDEO
22 Settembre 2014 - di lbriotti
ROMA – Sono nati a distanza di un giorno l’uno dall’altro e quest’anno festeggiano un compleanno importante, quello degli 80 anni: sono Ornella Vanoni e Gino Paoli.
Ornella Vanoni è nata a Milano il 22 settembre del 1934 e Gino Paoli il 23 settembre del 1934.
GINO PAOLI: HO AVUTO UN GRAN CULO – Un giorno come tutti gli altri, dice lui. Ma non la pensano allo stesso modo la moglie, i figli, gli amici che martedì festeggeranno i suoi 80 anni. E così Gino Paoli, che ha sempre mostrato una certa ritrosia a rilasciare interviste, ha dovuto cedere per una volta e concedersi ai cronisti. “Per fortuna gli 80 anni si compiono una volta sola! – dice tra lo scherzo e la rassegnazione -. Che vita è stata la mia? Ho fatto sempre quello che ho voluto. Ho avuto un gran culo”.
“Non ho mai avuto il pensiero del traguardo, ai 40, ai 50 o ai 60. Penso di nascere tutte le mattine e di morire tutte le sere. Del resto a 16 anni non pensavo neanche di arrivare ai 30″, racconta Paoli, che in effetti ai 30 rischiò di non arrivarci dopo aver tentato il suicidio nel 1963. Una vita “vissuta come volevo io, sentita e goduta fino in fondo”, eccessi compresi. “Non mi pento di niente. Potrei rivivere tutto nella stessa maniera – spiega sicuro -. Tutti i giorni sono legati uno all’altro come pagine di un libro. Non puoi prenderne una e strapparla solo perché ti piace”.
Le pagine del suo libro raccontano degli inizi a Genova, con Bruno Lauzi, Luigi Tenco, Fabrizio De André, Umberto Bindi: il primo nucleo della Scuola genovese. “Se mi sento un sopravvissuto? Sì, mi mancano gli amici e forse è questo il rimpianto più grosso che si può avere alla mia età. Bruno (Lauzi ndr) mi diceva sempre: ‘non siamo i più bravi, ma i sopravvissuti'”.
Dall’anno scorso presidente della Siae, “per la difesa degli artisti”, Paoli non è certo uno che sta con le mani in mano. “Quarant’anni fa una persona di 80 anni era un vecchio che stava a casa e rompeva le scatole. Oggi a 80 anni puoi essere ancora attivo, una persona a tutti gli effetti. Poi gli artisti sono dei privilegiati, ma il segreto è sempre un cervello che continui a funzionare”. E, dopo la biografia uscita a giugno “I semafori rossi non sono Dio”, non nasconde l’idea di un nuovo album, che “uscirà quando uscirà” perché è convinto che in fondo il tempo e lo spazio sono invenzioni dell’uomo e perché “scrivere è un bisogno, un’esigenza che non puoi trattenere”. Alle spalle, oltre a una carriera da pittore interrotta a 25 anni (“ma avrei continuato se non avessi incontrato la musica”) anche un tentativo in politica come deputato nelle fila del Pci (poi Pds) tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta e come assessore del Comune di Arenzano. Un’esperienza che non rinnega anche se afferma che “è stato un errore”. “Io non sono adatto – dice- La politica vuole il compromesso, la mediazione, invece io sono uno molto diretto. Non riuscii a fare niente, ma ho imparato tanto. Ero andato a servire gli altri e invece è servito a me”.
Gli 80 anni di Paoli arriveranno poche ore dopo i festeggiamenti per le stesse candeline spente da Ornella Vanoni, uno dei suoi grandi amori del passato. Lui, affettuosamente, ride: “L’augurio che le faccio? Andiamo avanti, tieni duro che siamo rimasti pochi”.
ORNELLA VANONI, UN BEL GIRO DI BOA –“Un bel giro di boa. Di una vita lunga, vissuta, anzi stravissuta”. La signora della musica italiana, Ornella Vanoni, è pronta a spegnere il 22 settembre, le 80 candeline e come regalo chiede un duetto con Sting. “Pino Daniele mi dice sempre che ho fatto tutto. No, non tutto! Vorrei cantare con Sting. E quindi gli lancio un appello”, scherza con quella vena di autoironia che non le è mai mancata. “Mi dicono che da lontano dimostro 35 anni, da più vicino 40, poi 45. Tutti concordi nell’affermare che porto bene i miei anni. Ma anche se non si vedono, so di averli tutti. E non ho mai avuto paura del tempo che passava. Bisogna guardare i propri cambiamenti con tenerezza e compassione”. Sotto le luci dei riflettori dal 1957, quando debuttò a teatro guidata dal suo maestro e grande amore Giorgio Strehler, Ornella Vanoni ha attraversato indenne oltre mezzo secolo di vita e di spettacolo. “Sono ancora qui che lavoro ancora, lavoro bene e mi piace farlo. Io non gioco a burraco, non so fare il piccolo punto e mi annoio a fare le parole crociate, quindi meglio che continui a lavorare”. E così martedì esce il triplo cofanetto antologico Più di me più di te più di tutto (Sony), che conterrà i due album già editi “Più di me” e “Più di te”, più “Più di tutto”, una raccolta di grandi successi della cantante. Poi da fine ottobre a fine marzo riprenderà anche lo spettacolo “Un filo di trucco un filo di tacco.. l’ultimo tour”. “Poi prenderò un periodo di riposo, ma il futuro ce l’ho già in testa”. E sarà jazz, perché di fermarsi non se ne parla.
Gli 80 anni sono anche un’occasione per fare bilanci. “Non ho mai pensato di arrivarci davvero. Semplicemente non ci ho proprio pensato. Ma sono contenta di quello che sono riuscita a fare con il mio carattere – dice, lei che voleva fare l’estetista perché soffriva di acne e volevo guarire le altre ragazze -. Ero timida e insicura. Ho dovuto combattere con me stessa, ma sono andata avanti, perché sono un guerriero. Piccolo o grande? Piccolo, perché non ho conquistato nessun territorio, se non quello della mia personalità”. Non nega di aver fatto tantissimi errori “soprattutto sentimentali”, ma di tutti i momenti rivivrebbe proprio gli inizi degli amori.
Insieme a Vanoni, in questi giorni raggiungono le 80 primavere, anche Sophia Loren e Brigitte Bardot. “Si parla dei nostri compleanni forse perché c’è poso altro di interessante da dire, con la guerra sempre alle porte, l’Europa che scricchiola, l’Italia che fa crac. Ma non ci sono solo le donne, ci metto anche Gino Paoli. Se siamo ancora qui, un motivo ci sarà. Come ha detto Ombretta Colli, c’è chi fa l’artista e chi fa il mestiere dell’artista”. E a Paoli, altro suo grande amore, nato a poche ore di distanza, che augurio fa? “Lo stesso che faccio a me: una buona salute”.
Ornella Vanoni e Gino Paoli insieme nel 1963
Foto Ansa