Da Paul McCartney a Penelope Cruz, insieme per salvare l’Artico
21 Giugno 2012 - di lbriotti
RIO DE JANEIRO – Dal Summit della Terra di Rio, Greenpeace lancia la più grande campagna internazionale in difesa dell’Artico: www.SaveTheArctic.org. Attori di Hollywood, rock star, ambientalisti, esploratori polari e imprenditori si sono uniti all’organizzazione per chiedere la creazione di un santuario globale attorno al Polo Nord.
Tra loro anche Paul McCartney, Penelope Cruz, Robert Redford e la più grande boy band mondiale One Direction. Il lancio segue la “Ribellione Artica” degli orsi polari, partita in tutto il mondo. Gli orsi si sono recati nei luoghi iconici del Pianeta, come la grande muraglia cinese e il Taj Mahal, per richiamare l’attenzione sulla nuova campagna di Greenpeace in difesa dell’Artico.
Anche in Italia un orso polare ha fatto la sua apparizione a Roma, in Piazza San Pietro. Mentre a Rio de Janeiro, l’orso polare più grande al mondo – una mongolfiera di 12 metri – ha dato inizio alla campagna volando di fronte alla statua del Cristo Redentore. Bandire le attività di estrazione offshore e i metodi di pesca distruttivi dalle acque artiche. Proteggere l’area disabitata attorno al Polo Nord e proibirne l’inquinamento. È questo l’appello lanciato da Greenpeace, insieme alle star hollywoodiane e le altre personalità internazionali tra cui: Sir Richard Branson, Pedro Almodovar, Thom Yorke, Emily Blunt, Baaba Maal, Lucy Lawless, Javier Bardem, Dev Patel di Slumdog Millionaire e alcuni dei più famosi musicisti cinesi. E la lunga lista include nove premi Oscar, nove Golden Globe e quattro Grammy Award. La lista completa dei nomi è disponibile in fondo al comunicato stampa.
I loro saranno i primi cento nomi che verranno inseriti nella capsula artica, il progetto lanciato oggi da Greenpeace al Summit di Rio. Quando un milione di altre persone aggiungeranno il loro nome alla lista dei paladini dell’Artico, Greenpeace darà il via a una spedizione per porre la capsula sul fondale del Polo Nord, a una profondità di 4 km dal ghiaccio artico. Il luogo sarà contrassegnato da una “Bandiera per il Futuro” disegnata dai bambini che hanno partecipato al concorso globale del movimento Girl Guide.
L’appello di Sir Paul McCartney: “L’Artico è una delle regioni più belle e incontaminate al mondo, ed è in pericolo. Alcuni governi e compagnie vogliono aprire la strada alle perforazioni petrolifere e alla pesca industriale per fare all’Artico quello che hanno già fatto al resto del nostro fragile pianeta. È pura follia sperare di raggiungere i luoghi estremi del pianeta per trovare l’ultima goccia di petrolio quando le menti scientifiche più autorevoli ci stanno dicendo che dobbiamo abbandonare le fonti fossili per garantire un futuro ai nostri figli. In un preciso momento, in un luogo del mondo, dovremo prendere una posizione. Credo che il momento sia ora e il luogo sia l’Artico”. La vasta superficie attorno al Polo appartiene a tutti noi per due ragioni: è stata classificata dal diritto internazionale come zona di “Alto mare” e il suo fondale è stato dichiarato patrimonio comune dell’umanità. Tuttavia, a causa dell’innalzarsi delle temperature e dello scioglimento dei ghiacciai, gli Stati artici iniziano a rivendicare la proprietà del fondale per aprire le porte ai giganti del petrolio. La banchisa polare artica si è ridotta drammaticamente negli ultimi anni e, secondo gli scienziati, il ghiaccio del Polo Nord potrebbe presto scomparire.
“L’Artico è sotto attacco e ha bisogno che in tutto il mondo le persone facciano sentire la propria voce per difenderlo. – afferma Kumi Naidoo, direttore Esecutivo di Greenpeace International – Un bando sulle trivellazioni offshore e sulla pesca distruttiva costituirebbe una vittoria storica su chi minaccia questa preziosa regione e i quattro milioni di persone che la abitano. Un santuario in un’area disabitata attorno al Polo darebbe un colpo mortale agli inquinatori che cercano di colonizzarlo, senza infrangere i diritti delle comunità indigene”. Nelle prossime settimane Shell inizierà attività di estrazione esplorativa in due siti offshore dell’Alaska. Se dovesse riuscirci, la corsa al petrolio e al Polo subirà una brusca accelerazione. Anche il gigante petrolifero russo Gazprom quest’anno punta all’estrazione di petrolio offshore. “Le persone mi chiedono perché io, da africano, mi interesso così tanto all’Artico. La risposta è semplice: l’Artico è il refrigeratore del mondo, mantiene basse le temperature riflettendo l’energia solare grazie alla superficie di ghiacci. Oggi il ghiaccio si sta sciogliendo e il riscaldamento globale aumenta, minacciando esseri viventi e mezzi di sostentamento di ogni continente. A prescindere da dove veniamo, l’Artico è il nostro destino” – conclude Kumi Naidoo.
Oggi, 21 giugno, nella giornata in cui al Circolo Polare il sole non tramonta mai, Greenpeace invita i cittadini di tutto il mondo ad aderire alla campagna per salvare l’Artico, inserendo il proprio nome sul sito: www.SaveTheArctic.org.