Pussy Riot, la Bild fotografa le simpatizzanti: volto coperto e nome falso
11 Dicembre 2012 - di lbriotti
MOSCA – “Il mio nome è Tomcat. Piacere di conoscerti”. A parlare è una attivista vicina alle Pussy Riot, le ragazze appartenenti al gruppo punk russo finite in galera (e poi in un campo di lavoro) dopo aver cantato una canzone anti-Putin all’interno della cattedrale di Mosca.
Tomcat è stata fotografata dalla Bild in un palazzo abbandonato che si trova sulle rive del Moskva, il fiume che bagna Mosca. La ragazza è una delle tante simpatizzanti delle Pussy Riot che utilizzano nomi falsi come Blondie, Terminator, Puck e Schumacher per nascondere la propria identità.
Per posare nella foto, la ragazza si è coperta il volto con un passamontagna di lana. E ‘chiaro che Tomcat ha i capelli lunghi, come è chiaro il fatto che non vuole essere riconosciuta.
Nei gironi scorsi, un Tribunale di Mosca ha giudicato“estremistici” alcuni video delle ragazze che circolano ancora su internet ed ha ordinato “restrizioni al loro accesso”. La corte, riportano le agenzie di stampa russe, ha ritenuto necessario bloccare l’accesso ai siti web che mettono a disposizione il materiale incriminato.
La decisione del Tribunale si basa su studi commissionati ad esperti che hanno riconosciuto nei video “segni di estremismo”. A loro dire, i filmati – tra cui la preghiera punk inscenata nella cattedrale di Mosca e che è costata la condanna a due anni di detenzione a due componenti della band- contengono “dichiarazioni e azioni che umiliano differenti gruppi sociali su base religiosa”.