Rainbow Loom, il braccialetto elastico mania per figli e genitori FOTO, VIDEO
15 Settembre 2014 - di lbriotti
ROMA – Il Rainbow loom è un braccialetto ottenuto intrecciando mini elastici colorati. Si tratta di un oggetto globale inarrestabile, che “prolifera” nelle scuole e nei luoghi di incontro del ragazzi. Si trattta di uno statu s symbol che coinvolge bambini da 5 ai 12 anni nato nelle edicole. E come un virus, la mania del braccialetto ha contagiato anche i genitori. Il suo successo è raccontato da un articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 12 settembre con il titolo: “Il braccialetto elastico: mania per figli (e genitori)” di Massimo Sideri che racconta la sua “esperienza diretta”:
“E’ il Rainbow Loom, il braccialetto ottenuto intrecciando mini elastici colorati, ed è un caso ormai mondiale. Funziona così e lo racconto per esperienza diretta: all’inizio pensi che sia una moda della scuola frequentata da tuo figlio. Poi scopri che li hanno in tutta Milano. Poi scopri che anche i nipotini o i figli degli amici di altre città li usano: Roma, Bologna, Napoli, Palermo. Poi scopri che a Londra, New York e Hong Kong la storia si ripete. Ricorda per certi versi il fenomeno degli «scooby doo» degli anni Ottanta, ma in quel caso la «malattia» non infettava anche i genitori. Dal punto di vista stilistico posso solo dire che è lecito indossarli sia con lo smoking che con i jeans, con il completo grigio o con lo spezzato. Ma è dal punto di vista economico che la storia ha dell’incredibile”.
“Il primo indizio è l’US patent numero 8.485.565. Che ci crediate o no è tutto coperto da diversi brevetti. Se digitate questo numero su www.uspto.gov, un motore di ricerca per brevetti, esce anche il disegno dello speciale telaio usato per intrecciarli, depositato nel settembre del 2011 e poi aggiornato diverse volte. Tutto nasce da un ingegnere dei crash test della Nissan, di stanza negli Stati Uniti, in Michigan: Cheong Choon Ng, un immigrato malese. L’ingegnere ha investito nell’idea 10 mila dollari. Oggi il suo prodotto è commercializzato da Wal-Mart, Ebay, Amazon, Target e un milione di edicole in giro per il mondo. E’ anche copiato, tanto che nel 2013 la società ha dovuto fare causa ai molti concorrenti che sono emersi sul mercato con l’esplosione della moda e proprio in occasione del contenzioso legale erano emersi i primi numeri: 1,2 milioni di kit venduti tra i 15 e i 17 dollari. Il che fa un fatturato tra i 18 e i 20 milioni e rotti. Ma bisogna considerare che dopo il successo negli Stati Uniti e in Canada — che il New York Times aveva già certificato un anno fa — in Paesi come il nostro il caso è esploso dall’inizio del 2014. Se vostro figlio non li ha iniziate a preoccuparvi.”
(Foto Ansa)