Russia, la rievocazione della battaglia di Borodino
3 Settembre 2012 - di lbriotti
MOSCA – Il campo è quello della battaglia di Borodino, una sconfinata radura di colline ondulate 120 km a ovest di Mosca, ma l’atmosfera sembra più travolgente di quella di uno stadio, con almeno 300 mila spettatori in punta di piedi su un declivio per assistere, 200 anni dopo, alla più grande e suggestiva ricostruzione storica di uno scontro decisivo per il destino della Russia, quello contro i francesi di Napoleone.
Una ricorrenza usata da Putin per celebrare l’eroismo, il patriottismo e l’unità dei russi, ma anche per rilanciare la ”casa comune europea”. Il tifo è da curva, la maggioranza dei russi è ancora convinta di aver vinto quella ‘partita’, finita invece in parità, forse perché poi alla fine la Russia ha vinto il ‘campionato’ contro Napoleone, usando il catenaccio e il contropiede, come con i nazisti. Bandiere nazionaliste bianco-giallo-nero si gonfiano nel vento, mentre oltre 3000 figuranti – 500 stranieri – in magnifici costumi d’epoca ricreano per due ore un episodio del più cruento combattimento di un solo giorno sino alla prima guerra mondiale (circa 80 mila vittime, di cui oltre 40 mila russi, il 7 settembre 1812).
Anziani, donne e bambini sulle spalle dei genitori incitano cosacchi e guardia zarista contro i cavalieri francesi, tra le nuvole di fumo bianco e i boati dell’artiglieria a salve. Sfidando pioggia, freddo e una disorganizzazione logistica che, nonostante il milione di euro speso, ha costretto una folla da record a code chilometriche e maratone nel fango per raggiungere la ‘piazza-teatro’ dell’evento. Ma fa parte dell’eroismo russo, quello cui ha voluto rendere omaggio domenica 2 settembre Putin facendo gli onori di casa, un secolo dopo l’imperatore Nicola II. Il nuovo zar del Cremlino ha colto l’occasione per rilanciare il patriottismo di casa, davanti a ospiti d’onore come l’ex presidente francese Valery Giscard d’Estaing, ex capi di Stato di Austria e Polonia, la gran duchessa Maria Vladimirovna, capo della casa imperiale dei Romanov, i discendenti dei soldati che parteciparono alla battaglia di Borodino, i veterani della seconda guerra mondiale.
”Tutta la popolazione si è mobilitata contro gli invasori. Il suo eroismo senza precedenti, la sua forza spirituale e il suo profondo attaccamento alla terra hanno dato al nostro Paese una forza immensa, che non si era mai vista prima”, ha osservato Putin, ricordando che solo due guerre sono state definite ‘patriottiche” in Russia, quella contro Napoleone e quella contro Hitler, entrambi invasori respinti e sconfitti. E tutte e due le guerre sono passate per Borodino, come testimoniano i monumenti di guerra.
Ma il leader del Cremlino ha rilanciato anche l’unità europea: ”Occasioni come quelle di oggi non servono solo a ricordare fatti di sangue. Sono un buon motivo per parlare di come dovremmo costruire relazioni con i nostri vicini, con i nostri attuali amici nella casa comune europea”. ”La Francia e la Russia sono state dalla stessa parte durante le due guerre mondiali”, ha detto Giscard d’Estaing a Putin. ”Abbiamo passato più tempo insieme che a fare la guerra”, ha replicato pragmaticamente il presidente russo. Ma quella guerra è ancora il primo valore fondante dell’unità e dell’animo russo, come ci ha insegnato Tolstoi in ‘Guerra e Pace’.
Le foto della rievocazione storica (LaPresse)