Prostituzione di strada, solitudine di una vita trascorsa tra sedia e cliente
3 Giugno 2015 - di Silvia_Di_Pasquale
ROMA – Prostituzione di strada, solitudine di una vita trascorsa tra sedia e cliente. Don Tonio, parroco dell’Immacolata di Adelfia (Bari), ha pubblicato sul suo profilo Instagram una foto da lui stesso scattata. Si tratta di una sedia di plastica vuota, lasciata incustodita da una prostituta impegnata con un cliente. Uno scenario che il sacerdote si trova davanti ogni giorno nel suo cammino. “La sua occupante è occupata altrove, purtroppo. Tristezza!”, commenta Don Tonio con i suoi numerosi follower (oltre 25mila).
Al di là della denuncia nei confronti del degrado morale che emerge dalle parole del parroco, ciò che colpisce è l’abbandono a se stesse di questa categoria di prostitute, più esposte ai pericoli e alle ritorsioni dei clienti rispetto a quelle che hanno la possibilità di esercitare la professione in casa. Che ci siano 40 ° all’ombra o viceversa temperature sotto lo zero poco importa: le lucciole devono “battere il marciapiede” sempre e comunque. Quando il fisico patisce, ricorrono all’abuso di droghe o farmaci, che le rendono insensibili e stordite al punto da sopportare ogni fatica.
E se la compagnia di una escort costa profumatamente (250 euro prezzo minimo medio), una ragazza di strada si accontenta di 30 euro per un rapporto completo, 20 euro per uno orale. Spesso a rendere il lavoro insopportabile non è solo il tipo di prestazioni con cui ci si guadagna da vivere, ma la solitudine di una vita che si divide tra una strada e il sedile di una macchina. “Ci sono giorni che faccio 200 euro e giorni che non faccio niente. L’estate si guadagna di più, l’inverno non arrivi neanche a 2mila euro al mese”, ha spiegato Paola, prostituta rumena, durante un’intervista con Le Iene. E nel tempo rimanente? Niente di sensazionale. Si parla al telefono, si discute con le forze dell’ordine che chiedono i documenti, si combatte con gli uomini senza un soldo che provano a strappare un rapporto gratis. Per il resto, si attende, baciate dal sole o bagnate dalla pioggia, il prossimo cliente. Di frenetico, c’è ben poco.