Spagna, l’austerity non ferma le processioni della Settimana Santa
4 Aprile 2012 - di lbriotti
MADRID – La recessione economica in Spagna non frena le tradizionali processioni della Settimana Santa, costrette però a stringere la cinghia e sfilare in versione austerity per far fronte alla riduzione dei finanziamenti da parte delle confraternite e degli enti locali. Milioni di luci lead al posto delle tradizionali lampadine o batterie e fiori finti e riciclabili per ornare i tradizionali ‘passi’ (carri), che dalla domenica delle Palme a quella di Pasqua sfileranno da nord a sud della penisola. Ma piove sul bagnato perchè, a remare contro l’evento che segna l’inizio della stagione turistica, ci si è messo anche il tempo atmosferico, con previsioni di pioggia, basse temperature e, addirittura neve oltre i mille metri nel nord della Spagna, a partire da Venerdì Santo. Sono centinaia di migliaia gli spagnoli mobilitati nelle processioni della Settimana Santa organizzate dalle arciconfraternite, così numerose da non essere censite. Basti pensare che nella sola Malaga ci sono attualmente 70.000 confratelli iscritti alle varie congregazioni. E, fra i tanti associati, il più celebre è l’attore Antonio Banderas, ‘maggiordomo’ della malaguena Vergine di Lacrime e Favori.
Fra sacro e profano, dall’arrivo dei re Cattolici e la cristianizzazione della penisola occupata dagli arabi nel XV secolo, con la nascita delle prime congregazioni unite agli ordini religiosi, la tradizione popolare si rinnova ogni anno, con le processioni, rappresentazioni e paraliturgie, che ripercorrono le tappe della vita, del calvario e della resurrezione di Gesù Cristo. Sono una dozzina le più antiche e seguite ogni anno in Spagna, anche da milioni di turisti: la ‘Madrugà’ di Siviglia a cui è dedicata la gallery in fondo all’articolo; la processione del Silenzio di Zamora; il Cristo de la Buena Muerte di Malaga; Las Siete Palabras di Valladolid; El Cristo de los Gitanos di Granada; Los ‘Picaos’ di San Vicente de la Sonsierra; La Tamborrata di Calanda; il Baile del Encuentro, di Cartagena: la Pasion Viviente di numerose località della Catalona e della Comunità di Madrid; Los Salzillos di Murcia; Las Palmas di Elche; Los Desfiles Biblicos di Lorca; la Hermanidad di Begoña, a Bilbao.
Nel caso di Saragozza, il presidente della Giunta di Cofrardie, Juan Murillo, assicura che la crisi economica non ha provocato cambi nel numero dei ‘pasos’, il carri con i gruppi scultorici, ma “altra cosa è la qualità”, necessariamente adeguata al ridimensionamento della spesa. Anche gli abiti dei nazareni, che sorreggono i carri, saranno riciclati dallo scorso anno, per contenere i costi, a fronte di un bilancio ridotto fra il 30% e il 50% rispetto allo scorso anno. Ma anche le tradizionali programmazioni culturali degli enti locali, come concerti, conferenze o esposizioni, in genere associate alle processioni della Semana, Santa hanno subito ovunque un drastico ridimensionamento. E, per le attività commerciali e alberghiere, il sindacato Union General de Trabajadores prevede “la peggiore Settimana Santa degli ultimi cinque anni, dall’inizio della crisi”, perchè saranno relizzati “pochi contratti di personale stagionale, precari e, in molti casi sommersi”, è detto in un comunicati diffuso dal sindacato.
“Abbiamo comprovato che gli imprenditori hanno fatto poche contrattazioni”, assicura il segretario generale della Federazione di commercio, albeghiera e del turismo della Ugt, Rafael Martin Arcas. E sottolinea che molti alberghi delle zone turistiche hanno ritardato l’apertura o l’hanno rinviata direttamente alla stagione estiva, come una dozzina di strutture turistiche nella sola Costa del Sol.
Le foto della Settimana Santa di Siviglia. I “penitenti” si preparano a prendere parte alla processione (foto Ap/LaPresse)