Usa, udienza matrimoni gay: manifestazioni davanti alla Corte suprema
27 Marzo 2013 - di lbriotti
WASHINGTON – Martedì 26 marzo si è tenuta a Washington la prima giornata di udienza della Corte suprema Usa sui matrimoni gay. Al centro delle discussioni tenute dai nove giudici del tribunale sono i ricorsi presentati da due coppie omosessuali contro il divieto delle nozze gay introdotto in California dopo il referendum del 2008, noto come Proposition 8.
Dalle prime ore del mattino, prima dell’inizio del dibattito, sostenitori e oppositori del provvedimento si sono accalcati davanti alla sede della Corte suprema portando striscioni e cantando slogan. Nessuna posizione chiara è però emersa dalle argomentazioni presentate, con i giudici divisi. Lo scorso 1 marzo, Barack Obama aveva presentato alla Corte un documento con il quale chiedeva di ribaltare la Proposition 8, schierandosi a favore delle nozze gay. La decisione della Corte è attesa alla fine di giugno. Attualmente i matrimoni gay sono legali in nove Stati e nel distretto di Washington, mentre altri 12 Stati riconoscono ‘unioni civili’ o ‘partnership domestiche’. In altri 29 Stati il divieto di nozze gay è incluso nella Costituzione.
LE POSIZIONI EMERSE NELL’UDIENZA. Durante l’udienza sono emerse varie posizioni, ma per il momento nessuna sembra prevalere. Alcuni giudici tuttavia, tra cui qualche liberale considerato favorevole ai matrimoni gay, hanno espresso dubbi sul fatto che il caso debba essere valutato dalla Corte suprema. Il giudice Anthony Kennedy, il cui voto potrebbe potenzialmente rivelarsi decisivo, ha addirittura avanzato l’ipotesi di respingere il caso senza emettere una sentenza. In questo caso le nozze gay potrebbero quasi sicuramente riprendere in California, ma la decisione non avrebbe alcun impatto in altri Stati. La Corte, ha avvertito Kennedy, entrerebbe in “acque inesplorate” se accettasse argomenti avanzati dai sostenitori dei matrimoni tra le persone dello stesso sesso.
LE ARGOMENTAZIONI A FAVORE DELLE NOZZE GAY. L’avvocato Theodore Olson, che rappresenta le due coppie gay dalle quali è partito il caso, ha paragonato la situazione alle difficoltà incontrate inizialmente dai matrimoni interraziali. Per Olson, anche in quel caso la Corte suprema si lanciò in acque inesplorate quando nel 1967 annullò il divieto di matrimoni tra persone di diversa razza in 16 Stati. Per il giudice Kennedy, tuttavia, la situazione era diversa, perché all’epoca matrimoni del genere erano già consentiti in molti altri Paesi.
I CONTRARI ALLE NOZZE GAY. Sul fronte del no ai matrimoni fra persone omosessuali il giudice capo John Roberts, secondo il quale sembra che i sostenitori delle nozze gay stiano provando a cambiare il significato della parola “matrimonio”. Charles Cooper, legale che rappresenta i sostenitori della Proposition 8, ha dichiarato che la Corte dovrebbe confermare il divieto in quanto una valida espressione della volontà dei cittadini. A questo il giudice Kennedy ha ribattuto dicendo che questa posizione non prende in considerazione la situazione dei circa 40mila bambini che hanno due genitori dello stesso sesso. “Le voci di questi bambini sono importanti, non credete?”, ha domandato. Il giudice Samuel Alito si è mantenuto prudente descrivendo le nozze gay come una questione più recente di molte novità tecnologiche, come telefoni cellulari e internet. “Volete che valutiamo gli effetti dei matrimoni tra le persone dello stesso sesso. Potrebbe rivelarsi una cosa positiva, potrebbe rivelarsi una cosa negativa”, ha detto.
LA FOLLA DAVANTI ALLA CORTE SUPREMA. Prima dell’inizio dell’udienza davanti alla sede della Corte si erano radunate decine di sostenitori e oppositori dei matrimoni gay. I due gruppi hanno inneggiato slogan, portato striscioni e sventolato bandiere. I sostenitori hanno gridato ‘Il matrimonio è un diritto costituzionale’ e ‘L’amore è amore’, mentre alcuni hanno portato con sé foto di coppie gay con scritte come ’34 anni insieme’ o ‘sposati con orgoglio’. Gli oppositori portavano striscioni con su scritto ‘Ogni bambino si merita una mamma e un papà’ e ‘Votate per il santo matrimonio’. Alcune persone aspettavano in fila da giovedì scorso per poter assistere all’audizione di oggi. Tra loro c’era anche l’attore e regista Rob Reiner, uno dei principali attivisti contro la Proposition 8.
IN USA CRESCE CONSENSO PER NOZZE GAY. Secondo un sondaggio condotto da Pew Research Center a metà marzo, il 49% degli americani è a favore dei matrimoni gay, mentre il 44% è contrario. Dieci anni fa la posizione dell’opinione pubblica era molto diversa: il 58% si opponeva alle nozze tra persone omosessuali, che avevano il sostegno del 33% degli americani. Questo cambiamento non garantisce tuttavia un esito a favore dei matrimoni gay da parte della Corte dominata da conservatori e perfino alcuni attivisti per i diritti degli omosessuali si sono detti preoccupati del fatto che la questione sia stata portata davanti al tribunale troppo presto.
ALLA CORTE SUPREMA DOMANI ALTRA UDIENZA STORICA. Domani si aprirà davanti alla Corte suprema un’altra udienza storica, durante la quale saranno presentati argomenti contro il Defense of Marriage Act, una legge del 1996 firmata dall’allora presidente Bill Clinton, che definisce il matrimonio come un’unione tra un uomo e una donna. Il provvedimento vieta il riconoscimento delle nozze gay a livello federale. Sia Bill Clinton che la moglie Hillary Rodham Clinton hanno recentemente cambiato posizione, dicendosi a favore dei matrimoni gay.
L’AMMINISTRAZIONE OBAMA. Lo scorso primo marzo Obama ha presentato alla Corte suprema un documento con il quale chiede di ribaltare il divieto delle nozze gay che vige in California. Le lettere come quella inviata dall’amministrazione non hanno valore legale vincolante, ma sicuramente vengono tenute in considerazione quando la Corte comincia le udienze. Il dipartimento americano della Giustizia non ha chiesto esplicitamente di riconoscere il diritto ai matrimoni fra persone dello stesso sesso in tutto il Paese, ma ha invitato la Corte a mantenere posizioni scettiche nei confronti di divieti analoghi a quello vigente in California nel resto degli Stati Uniti. Se la Corte adottasse la posizione dell’amministrazione Obama, le nozze gay diventerebbero probabilmente legali in altri sette Stati che, come la California, danno alle coppie omosessuali alcuni benefici del matrimonio, senza però permettere loro di sposarsi. Si tratta di Delaware, Hawaii, Illinois, Nevada, New Jersey, Oregon e Rhode Island.
le manifestazioni davanti alla Corte suprema (foto LaPresse)