Verdone raccontato nel documentario “Carlo!”
12 Novembre 2012 - di lbriotti
ROMA – Verdone è Verdone e anche tanti altri personaggi: quelli che lui ha inventato. Ma è anche qualcosa di più. Un artista e un uomo semplice e molto umano come si vede appunto nel bel documentario Carlo! di Fabio Ferzetti e Gianfranco Giagni passato sabato 10 novembre nella sezione Prospettive Italia del Festival Internazionale del Film di Roma. Ecco un sorta di dizionario per voci di quello che si vede nel docu composto da testimonianze, ricordi dello stesso Verdone, filmati inediti e di repertorio.
TESTIMONIANZE. Quelle di Marco Giallini, di Claudia Gerini, Margherita Buy, Pierfrancesco Favino, Goffredo Fofi, Eleonora Giorgi, Filippo La Porta, Laura Morante, Toni Servillo e Giulia, Luca e Paolo Verdone.
DETTAGLI – “Mi piace andare alla ricerca dei dettagli. Dalla voce alle piccole cose presenti anche nell’uomo più grigio e banale. Dettagli da esaltare. E questo per risalire alla tipologia, all’anima del personaggio. Il dettaglio è fondamentalé.
IMITAZIONE ” Imito solo le persone a cui voglio bene. Gli odiosi non mi vengono bene”.
IL COATTO ” Una mattina ero a Ostia e ho visto un tipo che guardava il mare a torso nudo. Era un cinquantenne con la faccia piena di crema e con un trittico per prendere il sole. Era il più cazzaro possibile. Lo seguii. Si mise la camicia e comincio a rompere le scatole alle studentesse che uscivano dalla scuola. Questo e vero pane per i miei personaggi”.
PAURA DEL BUIO “Ecco la camera da letto di papa e mamma – dice Verdone in visita nel vecchio appartamento di famiglia – Per me vedere questa stanza è un cazzotto nello stomaco. Quando papà partiva potevo andare a dormire con lei. Avevo paura del buio e quando dormivo con mia madre mi sentivo protetto”.
AUTOGRAFI “Quando abitavo in Via del Pellegrino, una zona anche mal frequentata, spesso mi chiamava un negoziante amico perche” al suo negozio gli chiedevano se potevano avere un mio autografo. Un giorno scendo giù per una richiesta simile e trovo un signore distinto che mi chiede più di un autografo da dedicare a personaggi strani come il ‘ramarro’ o il ‘saraga’. Solo molto dopo ho scoperto che quel signore elegante era Enrico de Pedis, il capo della banda delle Magliana”.
TROISI In un filmato si vede un giovanissimo Troisi al compleanno di Verdone quarantenne. “Ti auguro de campa fino a quarantamila anni – dice a Verdone il comico napoletano -. Devi campa tanto che non ce le devi fa chiu a stuta i cannele”.
SARDINI IL FUTURISTA Verdone racconta uno scherzo telefonico al padre Mario in cui si dichiara un certo Sardini, noto futurista trascurato nel suo libro Teatro del tempo futurista. Sardini protesta al telefono e il padre si accanisce a difendersi consultando tutti i suoi libri sul futurismo. Ma niente. Quando Carlo capisce che il padre sta per sentirsi davvero male rivela la sua vera identità.
FRASE CULT. Probabilmente, tra quelle citate nel docu, quella detta dalla Gerini al suo compagno coatto. Lei gli dice ‘Famolo strano’ e lui replica con tutta la semplicità di un coatto con il più semplice e minimalista: ‘famolo’.
A seguire, le foto della presentazione del documentario (LaPresse)