Bersani: “Grillo novello principe, vuole mani libere per avere più potere”
12 Marzo 2013 - di Claudia Montanari
ROMA – È fissato per oggi l’incontro tra i parlamentari del M5S e Luigi Zanda, Rosa Calipari e Davide Zoggia, per un primo appuntamento del giro di ricognizione che la “troika” del Pd farà per verificare la possibilità di una “corresponsabilità istituzionale”. Seguiranno incontri con il gruppo di Scelta civica, del Pdl, e quindi anche con Sel all’interno della coalizione di centrosinistra.
Gli incontri con i gruppi parlamentari per verificare se ci sono le condizioni per quella “corresponsabilità istituzionale” che, anche oggi, Pier Luigi Bersani ha messo sul tavolo, parlando davanti ai 408 neo-parlamentari democratici. Vedere se c’è lo spazio per una condivisione negli incarichi istituzionali a partire dalle presidenze di Camera e Senato. I grillini hanno fatto sapere che ci staranno: “Ci aspettiamo due questori e due vicepresidenti”, dice il capogruppo a palazzo Madama, Vito Crimi.
Contro la proposta di un governo di cambiamento, dice Bersani all’assemblea degli eletti Pd, “arriveranno degli sbarramenti, a cominciare da chi pensa di tenersi libere le mani”. E poi definisce Beppe Grillo, “un novello principe in formazione” che “non è mai sazio”. “Vuol tenersi le mani libere e non per l’Italia, ma per qualcosa che si chiama potere. Noi, invece, facciamo l’inverso. Quel tanto di potere che abbiamo, lo mettiamo al servizio di questo Paese e cerchiamo una strada”, sottolinea Bersani che se la prende anche con chi nel Pd “dice ‘con M5S neanche un caffé, perchè è assurdo’ e poi sparge antipolitica a piene mani nella stessa pagina…”. “Noi non abbiamo aperto diplomazie, non è in corso nulla di tutto questo. Noi vogliamo coltivare all’aperto una idea con la quale ci rivolgiamo al Parlamento, con un programma alla luce del sole con il quale diciamo ‘adesso si può'”, spiega il segretario ai nuovi inquilini del Parlamento “Noi -sottolina- non siamo qui a cercare deputati o senatori. Io non ci sto che venga messa in giro questa cosa”, dice riferendosi a eventuali tentativi di fare cambiare casacca ai grillini. Poi ammette: “Noi non siamo in condizioni da soli di garantire un governo a questo Paese, tanto meno lo sono gli altri”.
E sulla presidenza di una delle Camere? “Se vogliono darcela, noi diciamo grazie”. Il Pd ascolterà anche la posizione di Pdl e coalizione montiana e tra domani e dopodomani si vedrà se ci sono le condizioni per una ‘compartecipazione’ nei ruoli istituzionali.
Giovedì i senatori e i deputati del Pd si riuniranno, in modo distinto, e in quella sede verranno indicati i nomi da votare, a partire da venerdì, per Camera e Senato. Per ora, questi i pochi punti fermi in una situazione complicata dal caos post-elettorale e dallo stato dei rapporti dentro il Pd, dove nella vecchia maggioranza bersaniana si muovono le componenti che fanno capo a Dario Franceschini e Enrico Letta.
Tanti in quell’area guardano a Matteo Renzi. “E’ il futuro”. Sebbene l’attivismo del sindaco in questi giorni, tra l’attacco sul finanziamento ai partiti e la questione della due diligence sui costi del Pd, non sia piaciuto. Anche a quelli che definiscono Renzi il “futuro”. Poi sul rapporto con i grillini la dialettica diventa un vero e proprio botta e risposta a distanza tra Bersani e Renzi. “Non cerchiamo deputati o senatori”, mette in chiaro il segretario. Nessun ‘scilipotismo’. Ma il sindaco insiste: “Trattative discutibili”. In serata però arriva una precisazione: “Non mi riferivo al Pd”.
A Pier Luigi Bersani era rimasta di traverso quella battuta di Renzi da Fabio Fazio. “Non facciamo dei grillini i nostri Scilipoti”. E oggi s’è visto quando con un certo calore, all’assemblea dei neo-eletti Pd, si è rivolto indirettamente al sindaco. “Non si diffonda l’idea che siam qui ad andarci a cercare dei senatori e dei deputati. Non lo accetto. Tanto meno se viene da qualcuno di casa nostra. A noi interessano le posizioni politiche” ha scandito Bersani. E ancora: “Noi non abbiamo aperto diplomazie, non è in corso nulla di tutto questo. Noi vogliamo coltivare all’aperto una idea con la quale ci rivolgiamo al Parlamento, con un programma alla luce del sole con il quale diciamo ‘adesso si può'”.
Ma le parole del segretario non sembrano aver turbato il sindaco di Firenze che, nel pomeriggio, rinnova l’affondo. “C’è chi tenta di risolvere l’impasse istituzionale nella quale siamo, fino all’ultimo giorno, con una trattativa molto, molto discutibile”. Renzi specifica in serata che non si riferiva al Pd parlando di ‘trattativa discutibile’. Di certo, il sindaco non nutre particolare fiducia però nel tentativo del governo di minoranza di Bersani. “Io faccio il tifo perché Bersani ce la faccia. Ma non sono ottimista, con Grillo che continua dire di no tutti i giorni”. E se Bersani non ce la fa? “Se non ce la fa, giocoforza si andrà alle elezioni: che sia tra 3 mesi, 6 mesi, un anno o due anni, non lo sappiamo, ma l’esito delle elezioni lascia intendere che questa legislatura non sarà la più lunga della storia repubblicana. Non è che si sta 5 anni con un governo Pd-Pdl o con un governo di minoranza…”.
Fonte: Adnkronos