Pd + PdL: più esodati salvati, pensioni a 58 anni
10 Agosto 2012 - di luiss_vcontursi
ROMA – La maggioranza, Pd e Pdl insieme, propongono la loro controriforma delle pensioni: chiedono che sia possibile anche andare in pensione a 58 anni, seppure con un assegno più snello, e che si ampli il numero degli esodati da salvaguardare. Costo della controriforma? 5 miliardi, da ricavare entro il 2019, secondo la proposta, dall’aumento delle tasse su giochi pubblici online e sulle lotterie istantanee.
La “controriforma” sulle pensioni unifica le proposte di legge Damiano (Pd), Dozzo (Lega) e Paladini (Idv) e ha ricevuto un primo via libera in commissione Lavoro alla Camera con il voto favorevole di Pdl (tranne Giuliano Cazzola), Udc, Fli, Pt (Popolo e territorio). Il provvedimento su cui è stato raggiunto l’accordo della maggioranza attende ora il parere delle altre commissioni e sarà esaminato nel dettaglio alla ripresa di settembre.
La proposta si articola in due punti:
- Sperimentazione fino al 2017 della possibilità di andare in pensione per i lavoratori dipendenti 58 anni (57 le donne) fino a tutto il 2015 e poi 59 (58 le donne) fino alla fine del 2017, purché si abbiano 35 anni di contributi e ricevendo però un assegno più leggero perché calcolato tutto col sistema contributivo.
- Due allargamenti della platea degli esodati. Potrebbero andare in pensione con le vecchie regole: i lavoratori coinvolti in accordi di mobilità stipulati entro il 31 dicembre 2012 anche in sede non governativa; le persone autorizzate alla contribuzione volontaria, eliminando i vincoli attuali (aver versato almeno un contributo prima del 4 dicembre 2011 e non aver lavorato dopo l’autorizzazione). Inoltre, la maturazione del diritto alla pensione entro 24 mesi dalla fine della mobilità avverrebbe senza tener conto dell’adeguamento alla speranza di vita, spiega Damiano.