PARIGI – Le quote rose forse non bastano, almeno non in Francia. Con l’elezione a presidente di Francois Hollande sono entrate all’Assemblea Nazionale 155 donne su 577 deputati, il 27%, e 17 ministri su 34 sono signore.
Ma ad accompagnare questa ascesa sulla scala del potere delle madame ci sono stati commenti e fischi di apprezzamento. Come è capitato a Cècile Duflot, 37 anni, ministra per le Politiche abitative è stata coperta di fischi dai colleghi per aver indossato un abito a fiori durante un intervento in Aula.
Stesso copione per Fleur Pellerin, 38 anni, ministra per le Piccole e Medie Imprese, finita nell’occhio del ciclone per aver indossato una minigonna all’Eliseo. In un’intervista è stata subissata di domande come “Lei è stata forse scelta perché è una bella donna di origini non francesi? Perché appartiene a una minoranza poco visibile? Perché è la prova di un’adozione riuscita?”. (L’intervistatore poi è stato licenziato).
Dopo il caso dei fischi a Duflot i Verdi (di Eva Jolie, altra donna) hanno proposto un seminario contro il maschilismo in Parlamento.
Perché la Francia in cui le quote rosa risultano apparentemente rispettate è anche la Francia di Dominique Strauss Kahn, dalle stelle del Fondo Monetario Internazionale alle stalle dei tribunali di tutto il mondo per i suoi divertissement con cameriere e prostitute, ma non solo, e di George Tron, ex ministro della Funzione Pubblica arrestato con l’accusa di molestie sessuali. E’ la Francia bellezza.
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