Maria Elena Boschi, i segreti: “Da secchiona a ministro” FOTO
4 Novembre 2015 - di Claudia Montanari
ROMA – Maria Elena Boschi, i segreti: “Da secchiona a ministro” FOTO. 34 anni, già Ministro, bella, spigliata e secchiona fin dai temi della scuola. Maria Elena Boschi ha poco di cui lamentarsi: dedizione, sacrificio e tanto lavoro la stanno portando in alto, una carriera già all’apice che, ne sono certe le persone a lei strette, raggiungerà ancora più le vette del successo. C’è già chi parla di Palazzo Chigi, chi il Camidoglio. Una cosa è certa, Maria Elena Boschi non si ferma. E ora, come la ciliegina sulla torta, arriva anche la biografia su di lei. Si chiama “Una tosta”, è il libro scritto da Alberto Ferrarese e Silvia Ognibene edito da Giunti e il titolo è tutto un programma. Perché la vediamo sempre di più in tv, agli eventi, accanto a Renzi di cui è considerata la vera spalla, nonché la numero 2 del governo. Il Giornale ha tracciato un profilo sulla biografia di Maria Elena Boschi, svelando segreti e curiosità su di lei:
“Sempre prima della classe, dalle elementari all’Università (però non era portata per lo sport, almeno quello), mai una parolaccia, mai una sigaretta, «in motorino aveva sempre il casco e a Laterina non se lo metteva nemmeno il prete!» assicura un’ amica. Chierichetta, Madonna nel presepe vivente di Laterina, insegnante di catechismo e volontaria al bar della parrocchia: praticamente la biografia di una santa. In questo quadretto celestiale arriva presto anche la politica, dove la Boschi brucia presto le tappe, anche con una bella dose di fortuna. All’ inizio, giovanissima praticante nel più prestigioso studio legale di Firenze, dove conosce anche l’ attuale tesoriere Pd Bonifazi («suo ex fidanzato»), lo studio del civilista Umberto Tombari, vicepresidente dell’ Acri, l’ associazione delle Fondazioni bancarie, nominato in passato da Renzi presidente della partecipata «Firenze mobilità». È la porta che introduce la giovane Boschi nella galassia di Renzi, lei che alle primarie del Pd nel 2009 aveva lavorato al comitato elettorale non di Renzi, ma del dalemiano Michele Ventura. Renzi però non la rottama, ma anzi la nomina prima nel cda di Publiacqua e poi la sceglie come sua frontwoman, dalla Leopolda alla sfida con Bersani, fino a portarsela con sé al governo. Lì, da ministro per i rapporti col Parlamento, si è ritagliata un ruolo centrale, «ha accentrato tutto, tutto passa dal suo ufficio prima di approdare in aula». Quando c’ è una trattativa complessa, come quella sul Senato, vince per sfinimento, «con riunioni fiume una dietro l’ altra».
E ancora:
«Pugno di ferro in guanto di velluto», riassumono gli autori. E direttamente lei, la Boschi superstar, racconta di sé a Bruno Vespa nel suo libro Donne d’ Italia. «Io non sono potente. Sono soltanto una persona che cerca di lavorare molto. Seguo tanti tavoli, dentro questo ministero e fuori, Ma io non gestisco niente, a parte il mio lavoro. Il potere è un’altra cosa». A che ora si alza?, le chiede Vespa. «Non prestissimo, verso le sei e mezza. Ma se devo studiare anche alle cinque. Corteggiatori? Non ho tempo». A quando la Boschi premier? Risponde lei: «Finché c’è Renzi – e ci sarà per lungo tempo – il problema non si pone»”.