Primarie centrosinistra: Pier Luigi Bersani “rottama” Matteo Renzi
3 Dicembre 2012 - di Claudia Montanari
ROMA – La mattina dopo il ballottaggio del centrosinistra per scegliere il candidato premier del Pd, due sono le cose certe: la prima, che ha vinto Pier Luigi Bersani contro Matteo Renzi. La seconda, visti i numeri, che il volere degli elettori di sinistra è stato piuttosto chiaro: Bersani ha infatti vinto il ballottaggio con circa il 61% dei voti contro il circa 38% di quelli di Renzi.
Il sindaco di Firenze ha subito ammesso la sconfitta. “Era giusto provarci, è stato bello farlo insieme. Grazie di cuore a tutti”, ha scritto in un tweet pochi minuti dopo i primi spogli che vedevano bersani già in testa.
Dal canto suo, Pier Luigi Bersani ha dichiarato: “Soddisfazione per il mio risultato. Un risultato inaspettato in queste proporzioni. Ma io sono sempre stato tranquillo, mai agitato”. Il segretario ha poi rivolto un ”grazie” a Renzi per le parole che ha rivolto a Bersani: “Renzi è stata un presenza forte e fresca in queste primarie. Ha dato un grande contributo dare senso a queste primarie e farle vivere in modo vero”.
Dopo aver annunciato che domani andrà in Libia (perché “l’Italia deve recuperare il suo profilo, il suo ruolo nel Mediterraneo”), Bersani ha indicato quella che sarà la prossima sfida: ”dobbiamo alzare noi l’asticella per la prossima battaglia: dobbiamo vincere ma non a qualsiasi prezzo e non raccontando favole perché poi non si governa“.
“Fatemela dire in bersanese – ha aggiunto – siccome in un paese la mamma del populismo e demagogia è sempre incinta, dobbiamo vincere senza raccontare favole“, ribadisce. “Non sarà semplice, ma il paese ha bisogno di questo. Non possiamo ignorare che siamo davanti alla più grande crisi dal dopoguerra, abbia problemi enormi da affrontare”.
Da New York a Mosca, passando per Vancouver e Amman, Pier Luigi Bersani si afferma praticamente ovunque nei seggi all’estero. Unica eccezione, San Francisco, dove si afferma Matteo Renzi. I dati esteri totali danno Bersani al 62 e Renzi al 36, ha spiegato Eugenio Marino, il responsabile del voto all’estero per le primarie.
Affluenza in leggero calo, almeno secondo il dato rilevato alle 17.30: 2,3 milioni di persone, rispetto ai 2.450.000 di domenica scorsa.
“Un leggero calo, fisiologico”, spiega il presidente dei Garanti Luigi Berlinguer. Alle amministrative il calo medio tra il primo e il secondo turno è del 15%” ha spiegato Berlinguer, giudicando del tutto ininfluenti le segnalazioni arrivate dai seggi su difficoltà e presunte irregolarità delle operazioni di voto: “Non sono rilevanti agli effetti di qualsiasi esito. C’e’ un problema: il secondo turno è più complesso del primo perché i votanti non vanno semplicemente iscritti, bisogna verificare sugli elenchi che ci sia stato il voto al primo turno. Gli elenchi sono state in parte digitalizzati, ma non tutti. La società alla quale ci eravamo affidati ci ha truffato e l’abbiamo denunciata”.