Anoressia: sottoprodotto di una cultura che premia la magrezza?
24 Novembre 2017 - di Claudia Montanari
ROMA – Anoressia: sottoprodotto di una cultura che premia la magrezza? Sistemando la libreria mi è capitato tra le mani un libro che ho letto qualche anno fa “Fame d’amore” di Peggy Claude-Pierre. A vent’anni dalla prima pubblicazione rimane una testimonianza importante per il mondo anoressico. Sì il “mondo anoressico”, perché è un mondo a parte difficile da comprendere pieno di conflitti e credenze che “escono” dall’ordinario e quindi portano le persone comuni ad affermazioni e pregiudizi affrettati, semplicistici ed errati.
Uno dei più comuni dà colpa alla moda come causa dell’anoressia e più precisamente ad una cultura che antepone l’apparenza alla sostanza e apprezza le donne snelle. Molto si è detto e scritto sul culto della magrezza e sulle top model diventate idoli di massa. Se anoressia e bulimia colpiscono le donne con una frequenza di otto volte maggiore rispetto agli uomini, è anche vero che le bambine ricevono più complimenti per il loro aspetto fisico che per le loro qualità.
Si dice che la maggior parte delle donne sia perennemente a dieta (dati che confermo dopo 20 anni di attività clinica in questo campo). Pur corrispondendo a verità non è possibile considerare questo aspetto della società il motore dei disordini alimentari senza una considerazione più ampia del problema. Idolatrare la magrezza è pericoloso, ma poco ha a che vedere con i disordini alimentari. C’è una bella differenza tra voler essere snelle per adattarsi meglio ai dettami della società e deperire fino alla morte. Questo va ben oltre la vanità! Se una modella può essere un esempio per le più deboli, perché le ragazze che soffrono di disturbi dell’alimentazione poi continuano a dimagrire fino a diventare emaciate, fino a morire? Perché un’indossatrice diventa anoressica e tante altre no? In realtà i semi dell’anoressia sono gettati molto prima che l’individuo acquisisca la consapevolezza del proprio corpo. Quando la società mette in primo piano l’aspetto fisico dimentica che queste persone muoiono perché si pongono obiettivi impossibili. Il desiderio di perfezione non nasce da un bisogno di gratificazione, ma da un “tentativo di migliorare il mondo”. La moda è un campo in cui la perfezione sembra essere raggiungibile , come lo sport, lo studio ecc. cosa che riesce molto bene alle vittime dell’anoressia.
Le adolescenti si mettono a dieta per attirare l’attenzione dei compagni di scuola, le donne perché insoddisfatte del loro corpo, ma le anoressiche lo fanno solo alla ricerca della perfezione, non per assomigliare alle modelle. Il loro obiettivo non è la taglia 40 ma la 0! Purtroppo nell’anoressia c’è una percezione distorta della propria immagine esteriore e le vittime insistono sul fatto che sono grasse anche di fronte all’evidenza. A questo si unisce la sensazione di essere indegne perchè non riescono a raggiungere la perfezione. Per alcune l’anoressia significa disprezzo ed odio per se stessi e questo le porta al pensiero di voler essere le migliori almeno nel morire.
L’argomento è molto vasto ed in poche righe non si può riassumere una problematica così ampia, ma spero di aver fatto comprendere come sia semplicistica l’affermazione che l’anoressia sia una moda o colpa della moda, perchè in realtà dietro la malattia si cela un mondo di dolore e disperazione profonda che non va banalizzata.
di Emanuela Scanu