Cibo ed emozioni: origine dei comportamenti alimentari anomali
22 Maggio 2017 - di Claudia Montanari
ROMA – Cibo ed emozioni: origine dei comportamenti alimentari anomali. Vorrei trattare oggi con voi un tema delicato, ma che spiega molti dei comportamenti anomali, occasionali o meno, che è possibile riscontrare anche se si è normopeso.
Verificando il significato biologico del mangiare non è altro che la modalità per reperire risorse energetiche necessarie per le attività dell’organismo da parte di esseri viventi. Per l’uomo questa è però una descrizione riduttiva. Il mangiare ha per noi un significato sociale e affettivo quindi strettamente legato alle emozioni. Si mangia, dunque, per noia, per tristezza, per stress, per ansia e individuare la causa reale o l’emozione che ci porta a mangiare troppo è il primo passo per eliminare il peso eccessivo
Anche chi non è oppresso da problemi di peso, raramente mangia solo per soddisfare la fame biologica e per nutrirsi. Alcuni studiosi hanno ipotizzato la causa dei comportamenti alimentari anomali: essi ritengono che la fame nervosa si sviluppi nella prima infanzia.
Secondo questa teoria, è essenziale che la mamma capisca quando il bambino avverte un reale bisogno di mangiare e quindi soddisfi la fame porgendogli il seno o il biberon, evitando di offrirgli il cibo quando il pianto infantile non è effettivamente una conseguenza della fame.
Quando una madre è ansiosa o confusa risponde con il cibo a ogni richiesta del bambino, anche a quelle che non hanno nulla a che vedere con la fame, nelle storie dei miei pazienti riscontro frequentemente questa modalità nei ricordi o nei racconti relativi alle modalità di somministrazione del cibo in epoche precoci.
Spesso il pianto per una normale colica addominale , per sete o un pannolino sporco viene placato (momentaneamente) attraverso la somministrazione (inutile) di cibo. Questo fa sì che nell’età adulta diversi stati d’animo come l’ansia, la tensione, la collera saranno interpretati nel modo sbagliato con conseguente assunzione eccessiva di cibo.
Il legame tra alimentazione ed emozioni è ormai dimostrato, anche se questo non significa che dipenda necessariamente da problemi psicologici o da conflitti interiori; infatti, anche le emozioni legate alle normali attività di vita quotidiana possono essere uno stimolo per l’assunzione smodata di cibo, talvolta anche in modo compulsivo. La fame emotiva non è scatenata da una causa sola: ne sono all’origine fattori biologici, psicologici e culturali. Si rende necessario quindi, accanto ad una sana educazione alimentare, un supporto psicologico che possa aiutare la persona a trovare modalità diverse di gestione delle emozioni evitando di rivolgersi solo al cibo.
di Emanuela Scanu