Deficit dell’attenzione? Il “controllo cognitivo” aiuta
16 Maggio 2014 - di Mari
ROMA – Contro i disturbi dell’attenzione negli adulti e nei bambini il “controllo cognitivo” e la meditazione hanno gli stessi effetti benefici delle medicine. E’ quanto sostiene lo psicologo americano Daniel Goleman in un articolo pubblicato sul New York Times.
Goleman sottolinea quanto esercitare la mente a resistere a certi impulsi, praticando quello che lui definisce il “controllo cognitivo” e mantenendo così il focus sulle cose importanti aiuta chi soffre di disordini da deficit di attenzione, sia che si tratti di bambini sia che si tratti di adulti.
Lo studioso cita diversi studi che hanno dimostrato l’efficacia del rafforzamento di questi muscoli mentali, come una ricerca del 2007 condotta dall’Università della California, che aveva studiato adolescenti in Finlandia e negli Stati Uniti, osservando come il tasso di ragazzi con difficoltà a livello cognitivo e relativi disturbi emotivi come la depressione fosse lo stesso, anche se negli Stati Uniti la gran parte di loro assumeva medicinali, mentre in Finlandia no.
Secondo James M. Swanson, psicologo dell’Università della California tra gli autori della ricerca, quello studio mostrava che la consapevolezza e il controllo della mente erano importantissimi per combattere questi disturbi, agendo sulle stesse aree cerebrali su cui hanno effetto i medicinali.
Il controllo cognitivo aumenta tra i 4 e i 12 anni, per cui gli adolescenti trovano difficile praticarlo, anche perché intorno ai 16 anni l’impulsività conosce un picco nell’evoluzione dell’essere umano.
Per questo secondo Goleman le persone con problemi di attenzione dovrebbero imparare a tenere sotto controllo i propri pensieri e i propri sentimenti, magari attraverso la meditazione.