Depressione e adolescenti: 27 ricoveri al giorno. I dati SIFO
15 Novembre 2016 - di Mari
MILANO – La depressione è sempre più diffusa: l’Organizzazione mondiale della sanità ha stimato che nel 2030 sarà la patologia cronica più diffusa al mondo. Aumenta anche la diffusione tra i giovani e i giovanissimi: nel 2014 in Italia ci sono stati 9.924 ricoveri di adolescenti nella fascia 14-18, con una media annua di 27 ricoveri al giorno.
Il tema richiede attenzione, anche perché l’aumento della casistica comporta una crescita dei costi per il Servizio sanitario nazionale e per l’area sociale, poiché si tratta di una patologia che riduce le funzioni della persona, limitando o impedendo il lavoro e la gestione familiare.
La depressione, che colpisce in modo molto più frequente le donne, può essere dovuta a molte cause (ambientali, predisposizioni genetiche, stress, malattie organiche, farmaci, periodo post partum); non c’è quasi mai un unico fattore scatenante. Di depressione si parlerà al XXXVII Congresso della Società Italiana di farmacia ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle aziende sanitarie-SIFO, in programma a Milano dall’1 al 4 dicembre 2016. All’evento interverrà anche Claudio Mencacci, Presidente della Società Italiana di Psichiatria.
SIFO desidera, a riguardo, sensibilizzare e informare, con l’obiettivo di migliorare la qualità delle cure, incoraggiare alla diagnosi precoce e promuovere appropriati percorsi terapeutici.
PROBLEMA EMERGENTE ANCHE NEGLI ADOLESCENTI – Disturbi dello spettro psicotico, del comportamento alimentare o della personalità, talvolta in compresenza di abusi di sostanze, dall’alcol agli stupefacenti, sono molto diffusi anche tra gli adolescenti, sempre più spesso costretti al ricovero.
Il fenomeno, ormai, rappresenta una vera e propria emergenza. Eppure, in Italia c’è ancora carenza di strutture dedicate alla psicopatologia di pazienti d’età compresa tra i 14 e i 18 anni. Capita spesso, infatti, che i ragazzi bisognosi di cure nelle fasi acute vengano ricoverati nei reparti psichiatrici per adulti. Nel 2014, a livello nazionale, ci sono stati 9.924 ricoveri di adolescenti nella fascia 14-18: una media annua di 27 ricoveri al giorno.
Sul totale dei ricoveri, quasi uno su tre (il 27%) è avvenuto nei reparti di Psichiatria per adulti e non in Neuropsichiatria infantile o in un reparto dedicato in modo specifico alla Psicopatologia degli adolescenti, con cure e personale ad hoc.
“SERVONO REPARTI ADATTI, E’ UN BISOGNO NEGLETTO” – Durante il congresso SIFO, Caterina Corbascio, direttore del dipartimento di Salute mentale interaziendale ASL AT, ASL AL e ASO Alessandria, interverrà a proposito della situazione piemontese, ormai critica. I posti letto per la Neuropsichiatria infantile, infatti, sono solamente 16 (12 a Torino e 4 ad Alessandria).
“Non vogliamo ospedalizzare gli adolescenti, sia chiaro. Anzi, noi confidiamo in un potenziamento dei servizi territoriali di Neuropsichiatria. Il fatto è che ci troviamo di fronte ad una tendenza sempre crescente e i posti letto, dove servono, non ci sono. E’ un bisogno negletto”, dichiara la psichiatra.
Al congresso SIFO di Milano verranno lanciate alcune ipotesi, tra cui quella di “creare, all’interno dei reparti psichiatrici, posti letto per questo tipo di patologie degli adolescenti e dei giovani adulti, con personale dedicato e dotato di formazione specifica, dove è necessario un intervento congiunto con la neuropsichiatria infantile e la psicologia, insieme a un trattamento farmacologico appropriato”.
Tante le cause, spesso intrecciate tra loro, dell’aumento di queste patologie tra i giovani e giovanissimi: il cambiamento del tessuto sociale, la crisi economica, l’evoluzione del quadro famigliare. Ma ci sono anche le migrazioni e le adozioni internazionali, in costante aumento. Senza dimenticare che l’attenzione a questo tipo di patologie è molto aumentata, soprattutto nella fase delle acuzie, il che fa aumentare i numeri.
L’obiettivo di SIFO, attraverso il Congresso 2016, è quello di mantenere forte l’attenzione sulle patologie psichiatriche, considerando i pazienti che ne soffrono tra le categorie più fragili e bisognose di cure e di percorsi diagnostico, terapeutici e assistenziali adeguati.