Disturbi alimentari e stress: malattie dei nostri giorni
21 Novembre 2016 - di Claudia Montanari
ROMA – Disturbi alimentari e stress: malattie dei nostri giorni. Qualche giorno fa su Facebook ho letto una cosa divertente, ma che mi ha fatto riflettere su come velocemente sono cambiati i ritmi e le esigenze della nostra vita. La frasetta diceva grosso modo così: “Se mio nonno sapesse che spendiamo più soldi per dimagrire che per mangiare direbbe che siamo folli!”. Bisogna riconoscere che c’è del vero se pensiamo che i nostri nonni hanno fatto la fame durante la guerra e che noi sprechiamo cibo o che ci nutriamo in modo scorretto pur nell’abbondanza.
Il mio intento è farvi fermare un momento, e se state leggendo forse ci sono riuscita, per farvi riflettere sul titolo di questo articolo perché vi riguarda tutti in misura maggiore o minore e forse vi permetterà di prendere un po’ di distanza da alcune sollecitazioni… inutili (psicologicamente parlando!).
I disturbi del comportamento alimentare sono molto più diffusi di quel che si pensi anche se molto più frequentemente viene citato lo stress come problematica dei tempi moderni. In entrambi i casi possono presentarsi disturbi gravi come psicosi o anoressia o bulimia, ma anche in forma molto lieve tanto da non essere percepiti nel quotidiano.
Lo stress che somatizziamo arriva a danneggiare la nostra salute, ma in modo lento senza che venga percepito. Iperlavoro, arrabbiature, ore seduti in macchina per attraversare la città o spesso anche per fare solo centinaia di metri, lo stare davanti al pc portano a “scaricare” le tensioni mangiando più del dovuto, digiunando senza ragione, oppure fumando. In apparenza tutto ciò ci sembra normale ma esiste il rischio reale di ammalarsi anche gravemente nel lungo termine.
Siamo tristemente abituati che quando si sta male , ma non si riconosce una sintomatologia particolare, si finisce con parlare di stress e siamo talmente risucchiati da ritmi esagerati, alla poca serenità e alla tensione fisica da considerarli cose normali quando invece non lo sono. La velocità imposta dalla società in cui viviamo ci impedisce di valutare correttamente lo stress a cui siamo sottoposti. Da fenomeno utile all’organismo per rispondere in modo adattivo alle problematiche fisiche e psicologiche , sta diventando quindi un’abitudine “autodistruttiva” che deriva da uno stile di vita non consono al benessere dell’organismo.
di Emanuela Scanu