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Donne over 30, boom di stress lavoro-correlato. E’ la parità…

ROMA – Si scrive pari opportunità, si legge lavorare il doppio. Le donne sanno di che cosa stiamo parlando. Anche alcuni uomini, quelli più sensibili verso le loro compagne, lo sanno. E adesso dal Regno Unito arriva un vero e proprio allarme per questa situazione sull’orlo dell’insostenibilità. Perché con la scusa della parità, le donne del ventunesimo secolo si ritrovano a dover fare due o tre volte quello che fanno gli uomini: lavorare, fare le mamme (che è qualcosa di molto più impegnativo che fare i papà) o le figlie (visto l’allungarsi della vita di genitori e suoceri) e prendersi cura della casa e di se stesse (non sia mai che si a in giro con le gambe non depilate o con la ricrescita sui capelli). Il risultato: un boom di casi di stress lavoro-correlato. 

Si chiama così lo stress non legato solo al lavoro, ma a tutto quello che una persona si ritrova a dover fare nella sua quotidianità. E la quotidianità della donna italiana, come ricorda il nome di un bel blog del Corriere della Sera, spesso non dura semplicemente ventiquattro ore, ma ventisette ore concentrate in ventiquattro.

La situazione delle donne inglesi pare non essere migliore. Soprattutto tra i 30 e i 40 anni, quando è il momento clou nel lavoro e nella vita sentimentale-familiare, quando le scelte professionali si sommano a quelle di vita, le donne hanno quasi il 70% in più di probabilità di soffrire di stress lavoro-correlato, come ha spiegato sul Telegraph la psichiatra Judith Mohring del Priory Wellbeing Centre di Londra.

Le statistiche rilevano un picco di casi di stress sul posto di lavoro tra le donne di questa fascia d’età. Tutto a causa dell‘eccesso di responsabilità che nel caso di ragazze e donne non è limitato alla sfera professionale, ma anche a quella personale.

Questa situazione si riflette anche sui figli, che spesso vengono lasciati nei dopo scuola. E in ogni caso, quando anche il dopo scuola finisce, nella maggior parte dei casi sono le madri a doversi occupare di loro.

Le statistiche britanniche dicono che i casi di stress da lavoro fra le 35-44enni sono 2.090 ogni 100.000 donne con un lavoro, mentre tra gli uomini della stessa età sono solo 1.250. Nella fascia delle donne 45-55enni i numeri sono ancora più alti. L’unica nota positiva è che in questo caso sono in calo, cosa che non si può dire per le trenta-quarantenni.

La chiave di lettura è semplice: oggi le donne possono lavorare e realizzarsi professionalmente ma non possono rinunciare a svolgere anche i compiti che la società assegna loro da secoli. Il risultato, quando non supportato da adeguate politiche di welfare, è che quella che viene chiamata parità per le donne è in realtà un doppio o triplo carico di lavoro.

 

Mari

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