Essere “coraggiosi” nonostante tutto: il metodo Kintsugi
11 Gennaio 2018 - di Claudia Montanari
ROMA – Essere “coraggiosi” nonostante tutto: il metodo Kintsugi. In tanti momenti della nostra vita possiamo avere l’impressione che il nostro mondo interiore sia distrutto. Traumi, disillusioni, perdite rappresentano momenti di grandi difficoltà. Sono queste le situazioni in cui il coraggio viene messo alla prova. Neurologi e biologi ci rassicurano sul fatto che il nostro cervello sia preparato per sopravvivere ad ogni tipo di avversità, ma quando ci troviamo ad affrontare pesanti problemi viene naturale chiedersi : perché proprio a me?
Nella realtà solo il 30 % della popolazione esce positivamente da un trauma. Raccogliere i “cocci” non è facile, ma neppure impossibile. Il cervello umano possiede circa 100.000 milioni di neuroni che creano, a loro volta, miliardi di connessioni neuronali e se ci pensate è una cosa meravigliosa. Se accettiamo che tutti siamo, in qualche modo, architetti del nostro cervello accetteremo anche il fatto di essere capaci di accendere il nostro coraggio personale, la nostra forza e l’ottimismo per favorire il cambiamento.
In Giappone esiste una tecnica chiamata “Kintsugi“ mediante la quale si riparano gli oggetti in ceramica rotti. Si realizza utilizzando un collante forte, sopra il quale si applica della polvere d’oro. La Kintsukuroi è un’arte delicata ed eccezionale, grazie alla quale si cerca di restituire agli oggetti la loro forma originale.
Per i giapponesi, ricongiungere quei pezzi rotti utilizzando l’oro o l’argento conferisce ad ogni oggetto una vitalità e una storia unica. Questi oggetti, inoltre, che prima erano fragili, diventano poi molto resistenti, oltre che belli. La cura dell’oro li rende infrangibili.
In qualche modo si diventa proprio più forti e resistenti proprio nei punti che erano stati spezzati. Perché quei vincoli sofferti possono essere riparati è necessaria la resilienza. Con un atteggiamento positivo e la convinzione di poter superare tutte le difficoltà, rimarginare ogni ferita, riprendere ogni sogno distrutto ci si può rialzare ancora più forti.
Naturalmente i tempi sono diversi per ognuno di noi. Bisogna comprendere che il cervello oltre ad essere un organismo diretto dalle emozioni , è un raffinato e complesso organo che comunica attraverso impulsi elettrici. Quando si verifica un trauma o si soffre di depressione, cambia l’intensità di questi. Per questo motivo, è così difficile concentrarsi. Man mano che sarà possibile riconnetersi con se stessi e con la realtà affioreranno di colpo anche tutte le emozioni: dalla paura all’ira, alla tristezza, al pianto. Non frenate le vostre emozioni, favorite lo sfogo emotivo. Al termine sarà necessario agire per riprendere il controllo ed il normale ritmo di vita. Non sarete gli stessi di prima, ma sarete sicuramente più forti.
Di Emanuela Scanu