Invidia: consigli per sconfiggerla
8 Ottobre 2013 - di Claudia Montanari
ROMA – Come sosteneva Joseph Epstein, l’invidia è “il più insidioso dei vizi capitali”. Chi di noi, infatti, almeno una volta nella vita, non ha sperimentato o subito questo umanissimo sentimento?
Da molti negata o confusa con altri sentimenti, l’invidia appartiene alla vita di tutti e sembra che, prima impariamo a fare i conti con essa, prima riusciremo a liberarcene o per lo meno a trasformarla in qualcosa di utile per la nostra vita.
Gesù Cristo, Dante Alighieri, Nietzsche, Freud sono solo alcuni dei grandi personaggi della storia che si sono interrogati, nei secoli, sull’origine di questo controverso sentimento, provando a spiegarlo e ad offrire all’umanità soluzioni per sconfiggerlo. Tanto interesse per questo stato d’animo non può che avere una sola spiegazione, ossia che l’invidia ha un impatto potente sulle nostre vite; secondo molti psicologi contemporanei però, l’invidia può anche avere dei risvolti positivi, poiché ci spinge ad andare avanti e a migliorare.
Affinché però questo sentimento diventi un motore per la nostra vita e non un freno, è necessario innanzitutto saperlo riconoscere; ed ecco che qui sorgono i primi problemi, poiché l’invidioso difficilmente sa di esserlo e tende a giustificare in mille modi il proprio astio. Per verificare la veridicità di ciò, basti pensare a quante volte troviamo infiniti difetti ad una persona pur di non ammettere che l’antipatia che essa ci provoca nasce solo dalla gelosia nei suoi confronti.
Ricette perfette per sconfiggere questo difficile sentimento non ci sono, ma, partendo dal presupposto che provare invidia per qualcuno finisce solo per danneggiare la nostra esistenza, proviamo a capire quali atteggiamenti “alternativi” si possono coltivare affinché questo stato d’animo non metta radici troppo profonde dentro di noi:
– Evitare i paragoni. Questo è senza dubbio il primo passo da compiere per neutralizzare l’invidia e per migliorare la propria vita; sembra banale, eppure siamo spesso portati a valutare i nostri successi o insuccessi paragonandoli a quelli altrui. “Perché lei ha ottenuto quel lavoro e io no?”, “Come mai la mia vita sentimentale è un disastro e quella dei miei amici è serena e appagante?”, sono solo alcune delle domande, spesso inconsapevoli, che affiorano alla mente dell’invidioso; la verità è che ognuno ha un proprio percorso di vita, e solo accettando profondamente questo si può andare avanti ed evolversi.
– Apprezzare quel che di buono c’è nella propria vita. Anche nelle esistenze più difficili e complesse c’è qualcosa di positivo da salvare e da esaltare, così come anche nelle vite apparentemente più splendenti non mancano lati oscuri e bisogni inappagati. È proprio da questa consapevolezza dunque che si può partire per “curare” la propria invidia; concentrandosi su ciò che funziona nella propria vita, si possono trarre le energie necessarie per risolvere e migliorare anche gli aspetti che sembrano funzionare meno.
– Insoddisfazione reale o immaginaria? L’invidioso è sempre un insoddisfatto; resta da capire però se tale insoddisfazione sia reale, ossia poggi su delle difficoltà oggettive e restrittive, oppure sia “immaginaria”, ossia nasca da un desiderio smisurato di potere e di supremazia. L’ambizione, a questo proposito, gioca un ruolo determinante; se da una parte infatti ci spinge ad andare avanti e a costruire, dall’altra può farci perdere lucidità, perché ci pone in uno stato di competizione perenne, con(tro) tutto e tutti.
E se nemmeno questi suggerimenti bastassero a neutralizzare il sentimento di invidia che ci alberga? Agli invidiosi doc allora, ossia a quelli che proprio non riescono a non provare astio e gelosia per le fortune altrui, non resta che riflettere sulle parole di Honoré de Balzac, che a riguardo sosteneva molto saggiamente che “L’invidia è una confessione di inferiorità”… Siamo tutti avvisati!