Non tutta la cattiveria vien per nuocere: ripicche e dispetti aiutano
3 Aprile 2014 - di Mari
WASHINGTON – Non tutta la cattiveria vien per nuocere, si potrebbe dire. Dispetti e ripicche possono servire, gli scoppi di cattiveria possono fare bene ai rapporti, e portare ad una pace più sana e sincera di un’ira trattenuta. E gli uomini, in questo, sono più “portati” delle donne. Gli psicologi della Washington State University ne sono sicuri.
Nel loro studio condotto su 297 adulti e 946 studenti di college, ripreso dal New York Times, hanno elaborato la prima classificazione scientifica delle ripicche, catalogando ben 17 diversi elementi che identificano i modi in cui si trama vendetta.
“I dispetti sono un costrutto sottovalutato, ignorato e poco studiato. Al contrario, valutare la cattiveria è uno strumento utile per comprendere i disordini della personalità e i tratti del carattere”.
I ricercatori hanno scoperto che gli uomini hanno livelli più elevati di cattiveria delle donne, i giovani più degli anziani e che il meccanismo che genera un dispetto può essere anche positivo, se visto dal punto di vista evoluzionistico perché i dispettosi si annienterebbero a vicenda.
La cattiveria, sottolineano gli psicologi americani, è anche un meccanismo di difesa che rivela grossi sensi di colpa agli occhi degli specialisti ed è l’altra faccia della coscienziosità.