Uomini e donne, perché pensieri così diversi? La risposta nel cervello...

Uomini e donne, perché pensieri così diversi? La risposta nel cervello…

4 Dicembre 2013 - di vnicosia

WASHINGTON – Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere, scriveva John Gray per spiegare le differenze di come maschietti e femminucce vedono i rapporti di coppia. Se il libro dello psicologo è diventato un vero best seller, un motivo c’è. John Gray aveva pienamente ragione. L’universo in cui cercare le risposte però non è fuori, ma dentro di noi. Se capirsi tra uomini e donne risulta, per entrambi, un’impresa impossibile il perché lo spiega la scienza. Dietro incomprensioni e malintesi si celano connessioni cerebrali completamente diverse.

John Gray scrive:

“Gli uomini e le donne pensano diversamente, vivono diversamente e soprattutto, parlano lingue diverse, per cui comportamenti simili assumono per gli uni e per le altre significati opposti. Ma allora comunicare è impossibile? Assolutamente no, anzi: capirsi può diventare persino un gioco nel momento in cui si è coscienti delle diversità fra uomo e donna”.

La ricerca di un gruppo di scienziati dell’università della Pennsylvania spiega che se uomo e donna agiscono e pensano diversamente, la risposta è nel cervello e nelle connessioni neurali che si sviluppano negli emisferi destro e sinistro del cervello.

Nell’uomo infatti sono più attive le connessioni tra la parte frontale e posteriore dello stesso emisfero, cioè le aree dove si trovano i centri che regolano la percezione e le azioni coordinate. Nelle donne invece le connessioni neuronali sono più sviluppate tra i due emisferi opposti: si crea così una rete di connessioni a incrocio tra l’emisfero destro e quello sinistro, dove il destro è dedicato all’intuizione e il sinistro al pensiero logico.

Per i ricercatori questa tipologia di differenze non solo spiega perché pensiamo diversamente, ma permette di comprendere anche perché uomini e donne sviluppano abilità diverse, tanto da portare alla nascita dei più noti luoghi comuni.

Se un uomo infatti ha connessioni più sviluppate nell’ambito di percezione e coordinazione, sarà più abile in tutte le attività che lo richiedono, come ad esempio la guidaAl contrario una donna, con l’incrocio delle connessioni, avrà facilmente una maggiore capacità di memoria e sarà più portata per il multitasking, ovvero per svolgere più attività contemporaneamente.

La ricerca ha tenuto in considerazione un campione di 949 volontari tra gli 8 e i 22 anni, di cui 521 donne e 428 uomini. Le differenze, mette in evidenza lo studio, iniziano già dall’adolescenza, cioè tra i 14 e i 17 anni quando i cambiamenti ormonali portano alla pubertà, e si consolidano passati i 18 anni, cioè quando ragazzi e ragazze entrano nell’età adulta.

I volontari sono stati sottoposti ad un esame di uno scanner cerebrale che ha evidenziato il percorso delle connessioni in 100 aree diverse del cervello, evidenziando sempre il ripetersi dei modelli, avanti dietro nello stesso emisfero per gli uomini, e destro-sinistro per le donne.

Ragini Verma, autrice dello studio e ricercatrice dell’università della Pennsylvania, invita a non esasperare i risultati dello studio ma ha comunque commentato:

“E’ affascinante osservare le differenze funzionali nella struttura cerebrali di uomini e donne. Ma non per tutti valgono le stesse conclusioni: una donna infatti potrebbe avere connessioni neuronali più simili a quelle di un modello cerebrale tipicamente maschile e viceversa per gli uomini”.

D’altronde lo psicologo Gray scrive:

“Tanto tempo fa, i marziani e le venusiane si incontrarono, si innamorarono e vissero felici insieme perché si rispettavano e accettavano le loro differenze. Poi arrivarono sulla terra e furono colti da amnesia: si dimenticarono di prevenire da pianeti diversi”.

Lo studio sancisce sulla carta una verità, ora provata, e cioè che dietro al non comprendersi c’è un gap biologico da colmare. Una diversità che deve insegnarci all’apertura agli altri e all’accettazione, perché se siamo (anche biologicamente) diversi, è solo il rispetto dell’altro che può portare alla convivenza pacifica e alla comprensione.