Donne, l’uomo ideale? Altro che “macho”, deve essere onesto e creativo
15 Febbraio 2013 - di Claudia Montanari
ROMA – L’uomo “ideale” di cui si innamora la donna? Altro che macho, con la crisi economica la freccia di cupido scocca se è “biologicamente onesto”, non nasconde i suoi limiti e fa di tutto per superarli, soprattutto con un pizzico di arte e cultura.
Insomma, il bello e impossibile, lo “spaccone”, con la crisi economica non va più di moda. Meglio mostrarsi creativo ed onesto. Lo sforzo compiuto per superare un handicap, inteso come tratto o caratteristica biologica più debole per la riproduzione, è quello che più colpisce in una donna.
”La crisi attuale è ancora troppo recente per osservarne gli effetti biologici ma è dimostrato che in periodi difficili le strategie seduttive femminili si orientano verso vantaggi non riproduttivi e il fascino maschile aumenta in modo proporzionale agli sforzi che manifesta nel superare gli handicap”, spiega Emmanuele A.Jannini al congresso internazionale Gender and Science in corso all’università Sapienza di Roma, organizzato dalla Università di Roma Sapienza e dall’Università di Sassari, promosso dalla Fondazione internazionale Menarini.
Precisa Andrea Lenzi, ordinario di endocrinologia e andrologia alla Sapienza di Roma: ”Lui propone, lei dispone: le scelte sessuali femminili si sono evolute in senso selettivo, seguendo un istinto cosiddetto zigotico, definizione risalente allo zigote, la cellula originata dalla fusione di spermatozoo ed ovulo. Tale periodo si divide in due fasi biologiche, la pre e la post riproduzione”. ”Nella fase pre-riproduttiva la donna si orienta verso caratteristiche maschili che diano un vantaggio diretto al concepimento e alla prole, quindi si lascia affascinare dal bello tipo George Clooney. Se la donna invece segue la fase post-riproduttiva, che non dipende solo da fattori ormonali e dall’età ma è anche guidata da fattori economici, seleziona il partner con meno caratteristiche di forza e audacia riproduttiva verso un partner più fedele e protettivo” precisa Jannini. In periodi difficili le donne preferiscono altri surplus, spiega Jannini: ”Vincono risorse e vantaggi economici ma, soprattutto, comportamenti di accudimento per la partner. L’istinto femminile si orienta verso risorse emotive, perfino poetiche, artistiche e culturali che, dal punto di vista strettamente darwiniano, sembrano inutili. Ma tali risorse, viste in prospettiva, si rivelano di grande supporto alla famiglia anche in termini di reddito”.