Aborto in Italia: la legge c’è, obiettori e difficoltà anche…
21 Ottobre 2016 - di Mari
MILANO – Aborto in Italia, la legge c’è, ma poi, nella pratica, una donna è davvero così libera di abortire? La questione torna alla ribalta dopo il caso di Catania, dove, all’ospedale Cannizzaro, una donna di 32 anni, Valentina Milluzzo, è morta dopo aver abortito i due gemelli che portava in grembo. I genitori e il marito sostengono che, quando già lei stava molto male e aveva perso il primo gemello, il medico non abbia voluto intervenire, provocando subito l’espulsione del secondo gemello, perché ancora vivo.
Su questo caso in particolare farà luce la magistratura. Ma certo è che in Italia nonostante la legge preveda il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza entro la dodicesima settimana gli ostacoli che si frappongono fra le donne che, quasi sempre dolorosamente, decidono di abortire e l’interruzione stessa sono moltissimi.
Innanzitutto per la presenza notevole di medici obiettori: secondo alcuni dati del Ministero della Salute, nel 2014 i medici italiani obiettori erano il 70 per cento, sette su dieci. Un tasso che in alcune regioni raggiunge addirittura il 90 per cento, come in Basilicata e Molise.
In ogni caso, una volta che si va dal medico per chiedere di poter abortire, questi deve lasciare una settimana di tempo per riflettere, come se una donna che va dal medico per abortire non avesse già riflettuto abbastanza.
E mentre all’estero, in particolare in Francia, l’interruzione di gravidanza farmacologica con la pillola RU486 è più diffusa di quella chirurgica (più invasiva, vista l’anestesia totale a cui è sottoposta la donna), in Italia non è così.
Se è vero, poi, che il numero degli aborti è in diminuzione, questa non è una grande consolazione: perché il fenomeno preoccupante che sembra abbia ripreso piede ultimamente, forse complici anche proprio le difficoltà che le donne incontrano, è l’aborto fai da te.
Del resto per capire come sia facile abortire senza passare dai lenti e difficili canali ufficiali basta inserire “abortion kit” su Google. Ed ecco apparire il Cytotec, un farmaco anti-ulcera dagli effetti collaterali abortivi. Con il rischio che, assumendolo senza il controllo medico, possa generare emorragie, anche fatali.