Alzheimer, la dieta per diminuire e rimandare il rischio
27 Novembre 2018 - di Claudia Montanari
ROMA – Alzheimer, secondo un recente studio, diminuire o rimandare il rischio di questa malattia è possibile seguendo una determinata dieta. Come dimostra una ricerca pubblicata su ‘Translational Psychiatry’, rivista del gruppo Nature, chi segue la dieta mediterranea, particolarmente ricca di frutta, ha infatti un ridotto accumulo di beta-amiloide nel cervello, proteina che caratterizza la malattia di Alzheimer.
Precedenti studi hanno dimostrato come la dieta mediterranea, ricca di olio d’oliva, pesce, cereali, frutta e verdura, abbia benefici in termini di memoria. I ricercatori della Edith Cowan University, a Joondalup, in Australia, hanno voluto verificare se ci fosse una relazione tra l’accumulo effettivo di proteina betamiloide e l’aderenza a questo tipo di dieta. Hanno pertanto incluso nella loro analisi 77 adulti di età media 71 anni e cognitivamente ‘normali’ all’inizio dello studio. Attraverso Pet ne hanno misurato la presenza di Amiloide-beta nel cervello al basale, a 18 e 36 mesi. Ne hanno poi testato i campioni di sangue per valutare la variante genica APOE4, associata a più elevato rischio di Alzheimer. Infine i partecipanti sono stati valutati con punteggio da 1 a 9, sulla base di un questionario di aderenza alla dieta mediterranea.
In media, “aumentare il punteggio di aderenza alla dieta di un punto comportava una diminuzione del 20% dell’accumulo di Amiloide-beta in un anno e una riduzione del 60% in 3 anni”, scrivono i ricercatori, sottolineando la solidità dei risultati. Un ruolo particolare, aggiungono, sembra svolgerlo la frutta, probabilmente grazie l’alta concentrazione di vitamina C presente in molti alimenti tipici della dieta mediterranea, come pomodori e agrumi.