Alzheimer e diabete fanno più paura, anche se si vive di più
2 Gennaio 2015 - di Mari
WASHINGTON – Chi nasce oggi può vivere fino a 71 anni. L’aspettativa di vita si allunga, e se si andrà avanti così, con i progressi della medicina e della scienza, chi nascerà nel 2030 potrà contare su 85 anni di vita, almeno per le donne, sempre e ovunque le più longeve. Ma malattie un tempo poco diffuse, come Alzheimer e diabete, oggi fanno più paura e sono tra le prime cause di morte.
I dati arrivano da un ampio studio dell’Università di Washington pubblicato sulla rivista scientifica Lancet, che ha preso in considerazione i dati di 188 Paesi del mondo relativi a 200 cause di morte.
I ricercatori hanno così potuto notare che oltre alla longevità sono cambiate nel tempo anche le cause principali di morte: si riducono i tassi di mortalità per malattie infettive e malattie cardiovascolari (anche se infarto e ictus restano ancora le cause principali di morte), mentre aumentano i decessi per patologie sempre più diffuse come Alzheimer e diabete, ma anche cancro del pancreas e dei reni ed insufficienza renale.
Considerando le diverse cause di morte, a fare il maggior numero di vittime nel 2013 sono stati l’infarto (8.139.900 morti nel mondo), l’ictus (6.446.900), la broncopneumopatia cronica ostruttiva (2.931.200), la polmonite (2.652.600) e l’Alzheimer (1.655.100) che entra così nella top ten delle cause principali di morte insieme al diabete (1.299.400). Né Alzheimer né diabete figuravano nel 1990 tra le prime 10 cause di morte.
Se nei Paesi ricchi l’aspettativa di vita è aumentata soprattutto grazie al ridursi progressivo dei tassi di morte per malattie cardiovascolari, nei Paesi a basso reddito l’aspettativa di vita media è cresciuta soprattutto grazie al ridursi dei tassi di mortalità per infezioni e disturbi neonatali.