Alzheimer, esame dell’occhio a 45 anni potrà predire rischio
16 Febbraio 2022 - di Claudia Montanari
Già a circa 45 anni gli occhi potrebbero svelare il rischio di sviluppare l’Alzheimer molte decadi dopo. Infatti uno studio pubblicato sulla rivista Jama Opthalmology suggerisce che una foto della retina già a 45 anni può predire chi soffrirà della forma più comune di demenza. La promessa si deve a esperti dell’Università di Otaga.
Alzheimer, un esame dell’occhio potrà predire il rischio
“Nel prossimo futuro – ha spiegato l’autrice del lavoro Ashleigh Barrett-Young – si spera che con l’uso dell’intelligenza artificiale saremo capaci di leggere un’immagine della retina di un individuo e determinare se questa persona è a rischio di Alzheimer. Molto tempo prima che i primi sintomi della demenza compaiano, e quindi quando vi sia ancora la possibilità di una terapia per mitigare la demenza, rallentarne l’insorgenza”.
Già in passato diversi studi hanno dimostrato che lo stato di salute della retina di un anziano è lo specchio della salute del suo cervello; ma in età anziana spesso il cervello ha già subito diversi insulti e la demenza o comunque il declino cognitivo sono ormai dei processi irreversibili.
Tutt’altro valore potrebbe avere un esame dell’occhio in individui di mezza età, cioè molte decadi prima dell’eventuale esordio di una demenza.
Lo studio nel dettaglio
Gli esperti hanno confrontato lo stato di salute cognitiva di 865 individui di 45 anni con le caratteristiche della loro retina, in particolare della base della retina, quella che si connette, cioè, alle terminazioni del nervo ottico. È emerso che una retina in salute si associa con una performance cognitiva migliore. Al contrario l’assottigliamento della retina si associa a peggiori performance cognitive già a 45 anni.
Serviranno ora ulteriori studi per determinare se l’assottigliamento della retina durante la mezza età sia veramente predittivo dell’Alzheimer. “In future – ha ribadito l’autrice – questi risultati potranno portare all’uso dell’intelligenza artificiale per interpretare una tomografia ottica fatta da un’oculista insieme ad altri dati clinici del paziente per determinarne il rischio di sviluppare l’Alzheimer” molti anni prima dell’esordio della malattia.