Anoressia e bulimia, 3000 decessi tra giovani nel 2016: anche social colpevoli
6 Dicembre 2018 - di Silvia_Di_Pasquale
ROMA – Nel 2016 in Italia ci sono stati oltre 3000 decessi tra i giovani per anoressia e bulimia. In pratica, la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali. Sono dati allarmanti quelli che emergono da una conferenza stampa in Senato sul disegno di legge relativo ai disturbi alimentari. Colpevoli anche il web e i social, che veicolano informazioni troppo spesso pericolose per la salute. “Online si trovano oltre 300.000 siti ‘pro Ana’ e ‘pro Mia’, che danno consigli pratici su come perdere peso ricorrendo a pratiche di restrizione alimentare prolungata e ossessiva”, ha spiegato Maria Rizzotti (FI), promotrice del ddl adottato come testo base del provvedimento all’esame della Commissione Igiene Sanità del Senato.
Si tratta, ha sottolineato la senatrice, “di veri e propri manuali di istruzione per eliminare l’appetito o procurarsi il vomito. Ma anche strategie per ingannare i familiari, evitare di attirare l’attenzione sulla propria magrezza, o fingere intolleranze per motivare il rifiuto del cibo”. Blog e siti, così come i post che utilizzano hashtag come #thinspirathion e #boneinspiration, “sono relativamente facili da identificare da parte della polizia postale”, spiega Lisa Guidi, presidente della Società italiana per lo studio dei disturbi alimentari Toscana Umbria Marche. “Più complessa – prosegue – è invece la ricerca sui gruppi Facebook e sulle chat via telefono, che possono essere individuati solo con la collaborazione di pazienti e familiari”.
A fronte di questo problema, che riguarda ragazzi e ragazze sempre più giovani, anche di 9 o 10 anni, scarseggiano sul territorio i percorsi di cura. “Mia figlia era anoressica – ha ricordato Stefano Tavilla, presidente dell’associazione ‘Mi nutro di vita’ – ed è morta 7 anni fa mentre era in lista d’attesa per essere ricoverata in struttura. Pochi mesi fa è stata la volta di una ragazza deceduta dopo che le era stata rifiutata la proroga del ricovero. Questo mostra che c’è ancora molto da fare”.
Si punta a un accordo politico tra i gruppi parlamentari per approvare, entro gennaio 2019, in Commissione Sanità del Senato, il disegno di legge sui disturbi alimentari, problema di cui soffrono due milioni di italiani. Questo l’obiettivo condiviso da Forza Italia, PD e M5s, annunciato oggi in una conferenza stampa a Palazzo Madama. L’iter del provvedimento è già iniziato e sono due i ddl in discussione in Commissione, quello della senatrice Maria Rizzotti (FI), adottato come testo base, e quello della senatrice Caterina Bini (PD).
Elemento qualificante, chiarisce Rizzotti, è “l’introduzione del reato di istigazione a pratiche che provocano anoressia e bulimia, così da mettere a tacere blog e siti che fanno propaganda online ai disturbi alimentari. Riconoscerlo come reato è come ‘imbavagliare’ chi cerca proseliti attraverso la rete”. Prevenzione e formazione sono gli altri punti cardine del testo. Avere medici di base, pediatri e insegnanti qualificati per riconoscere e affrontare i disturbi alimentari è fondamentale, tanto quanto l’informazione di genitori e giovani.