L’apprendimento da remoto può favorire ansia e depressione dei bimbi
3 Gennaio 2022 - di Silvia_Di_Pasquale
L’apprendimento da remoto può favorire ansia e depressione nei giovani alunni. Lo afferma uno studio candese i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista JAMA Network Open. Gli studiosi hanno analizzato i dati forniti dai genitori di oltre 2.000 bambini in età scolare (meno di 6 anni). Tutti residenti in Canada al momento dell’epidemia da Covid-19. Gli esperti dell’Hospital for Sick Children di Toronto hanno analizzato i collegamenti tra i diversi tipi di utilizzo dei terminali e la salute mentale. Dalla ricerca è merso un chiaro legame tra ansia e depressione nei bambini più grandi.
“Questi risultati suggeriscono che l’intervento politico, così come i supporti sociali basati sull’evidenza, potrebbero essere necessari per promuovere l’uso salutare dello schermo e la salute mentale nei bambini e nei giovani durante la pandemia e oltre”, ha scritto il team.
“La pandemia di COVID-19 ha portato a importanti cambiamenti nella routine quotidiana dei bambini”, hanno affermato i ricercatori. Ciò è stato “principalmente a causa delle misure di sanità pubblica imposte relative al distanziamento, all’isolamento e alla chiusura delle scuole”, fanno sapere.
Lo stesso studio sottolinea che l’aumento della visione della televisione nei bambini più piccoli durante l’epidemia ha portato a livelli più elevati di depressione, ansia, con problemi comportamentali e iperattività.
I dati allarmanti sul legame tra impennata di ansia e pandemia da Covid-19.
A causa della pandemia, l’83% dei bambini di tutto il mondo avverte un aumento dei sentimenti negativi e tra i minori sono in crescita i livelli di depressione, ansia, solitudine e autolesionismo. Nei paesi dove le scuole sono rimaste chiuse dalle 17 alle 19 settimane, inoltre, il malessere psicologico è aumentato nel 96% dei casi.
Anche in Italia un’indagine condotta tra i genitori di figli minori per verificare l’impatto della prima ondata di Covid-19 mostra come il 72% dei genitori giudicava i propri figli più nervosi, più tristi, più incerti, più insicuri. E’ l’allarme lanciato lo scorso ottobre da Save the Children in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale.