Ansia e depressione, che correlazione c’è con l’intestino? Che cervello e intestino siano collegati è ormai noto da tempo. Ma ora un nuovo studio di due ricercatrici italiane spiega come l’infiammazione intestinale possa essere la causa di stati di ansia e di depressione.
Ansia e depressione, quando tutto ha origine nell’intestino. Lo studio di due ricercatrici italiane
29 Ottobre 2021 - di Claudia Montanari
Su Science, un team di ricercatrici dell’Humanitas di Milano coordinato dalla professoressa Maria Rescigno, capo del Laboratorio di immunologia delle mucose e microbiota e docente di Patologia Generale di Humanitas University, ha pubblicato i risultati dello studio che ha di fatto dimostrato in modo scientifico l’esistenza di un meccanismo che lega intestino e cervello.
Le ricercatrici hanno messo in luce gli effetti che una infiammazione intestinale può avere sul cervello. E come possa far scaturire stati di ansia e depressione.
Infiammazioni dell’intestino possono causare stati di ansia e depressione
Quando nel nostro organismo vi è in corso una infiammazione intestinale, generalmente entra in gioco il plesso coroideo. Ovvero una membrana vascolare che normalmente consente l’ingresso di sostanze nutritive nel cervello e filtra il liquido cerebrospinale. In sostanza, agisce come una sorta di “cancello”, chiudendosi quando necessario per proteggere il cervello.
La professoressa Rescigno spiega: “Proprio nel plesso coroideo è stato documentato il meccanismo che blocca l’ingresso nel cervello di segnali infiammatori originati nell’intestino e migrati verso altri organi grazie al flusso sanguigno. A tale fenomeno è associato un isolamento del cervello dal resto dell’organismo che è responsabile di alterazioni comportamentali, tra cui l’insorgenza di stati di ansia. Questo significa che tali condizioni del sistema nervoso centrale sono parte della malattia e non solo manifestazioni secondarie”.
La microbiologa Sara Carloni aggiunge: “Lo studio dimostra che tale ‘cancello’ si chiude di fronte al pericolo di una forte infiammazione intestinale per impedire il propagarsi dell’infiammazione al cervello con conseguente sviluppo di ansia e depressione”. “Con la nostra ricerca abbiamo definito per la prima volta un importante collegamento tra intestino e cervello – continua la dottoressa Sara Carloni – in particolare abbiamo individuato un legame tra la produzione di molecole infiammatorie batteriche a livello intestinale e la chiusura della barriera del plesso coroideo cerebrale che protegge il cervello dall’infiammazione. L’effetto collaterale di tale chiusura è proprio la comparsa di disturbi quali ansia e depressione”.
“La scoperta che una barriera vascolare del plesso coroideo si riorganizzi e si chiuda per bloccare l’ingresso di sostanze tossiche prodotte in seguito a una patologia intestinale è di grande interesse”, sottolinea Simona Lodato, capo del Laboratorio di Neurosviluppo di Humanitas.
Come è avvenuta la scoperta
La dottoressa Sara Carloni, spiega: “Stavamo osservando gli effetti dell’infiammazione della colite ulcerosa su altri organi. Abbiamo scelto di indagare il cervello perché nei pazienti erano state descritte anomalie di comportamento, come appunto depressione e ansia, che dipendono dal sistema nervoso centrale”.
“Abbiamo osservato che in condizioni normali, il cervello è più permeabile di quanto precedentemente descritto. E questa permeabilità è associata al plesso coroideo, una barriera che filtra il sangue nel liquido cerebrospinale (CSF). In seguito ad un’infiammazione dell’intestino questa barriera si chiude e viene ad essere persa l’espressione di un marcatore (PV1) di permeabilità vascolare. Lo studio è proseguito grazie alla collaborazione con il gruppo di neuroscienziate di Humanitas”.
L’importanza di questa nuova scoperta sulla cura di ansia e depressione
Questa nuova scoperta è importantissima perché suggerisce un cambio di prospettiva verso i disturbi di ansia e depressione. Infatti, fino a oggi si pensava che ansia e stress potessero avere effetti anche sull’apparato intestinale. Ora invece sappiamo che è vero il contrario: sono le infiammazioni a carico dell’intestino che possono provocare stati di ansia e depressione.
Perché è importante curare l’intestino
La dottoressa Carloni spiega: “Dobbiamo considerare che negli ultimi 10 anni il numero di pazienti che soffrono di malattie a carico dell’intestino è aumentato di circa 20 volte. Solo in Italia ci sono quasi 200 mila persone affette da queste patologie. Tuttavia prendersi cura dell’intestino è una regola valida per tutti. È importante per questo anche fare prevenzione, sottoponendosi a screening per conoscere e controllare il nostro microbiota intestinale. Ovvero quella grande entità composta da batteri, virus e funghi che colonizzano il nostro tratto intestinale e da cui dipende il nostro benessere”.