Sei molto ansiosa? C’è un risvolto positivo: ecco quale
2 Marzo 2018 - di Silvia_Di_Pasquale
ROMA – Soffri d’ansia? Non sempre questo disturbo è completamente negativo. Almeno in un caso possiamo ritenerci fortunate nell’essere colpite da paure spesso irrazionali e un costante senso di ‘allerta’, di apprensione, che possono rendere difficile la vita quotidiana.
Se da una parte è vero che chi soffre di un disturbo d’ansia può essere predisposto talvolta allo sviluppo di malattie cardiovascolari, dall’altro essere ansiose può rappresentare in qualche modo un vantaggio in caso di infarto. Chi soffre di ansia grave, infatti, tende a prestare più attenzione ai sintomi dell’infarto stesso e a chiedere prima un aiuto medico, cosa che migliora le possibilità di sopravvivenza.
Questo è quello che emerge da uno studio guidato dalla Technical University of Munich, in Germania, pubblicato su Clinical Research in Cardiology. Per la ricerca sono stati utilizzati i dati dello studio MEDEA (Munich Examination of Delay in Patients Experiencing Infected Myocardial Infarction), in cui sono stati intervistati 619 pazienti con infarto miocardico in ospedale entro 24 ore dall’uscita dall’unità di terapia intensiva, sommando altre rilevazioni come l’ora di arrivo in ospedale e il decorso della malattia.
Il risultato è stato che circa il 12 percento dei pazienti aveva un disturbo d’ansia e proprio tra questi vi era stata una reazione più rapida in caso di infarto. Soprattutto le donne che soffrivano di ansia hanno raggiunto l’ospedale due ore prima rispetto a quelle che non erano colpite dal disturbo. Sono arrivate infatti in Pronto Soccorso 112 minuti dopo l’insorgenza di un attacco cardiaco, mentre le altre due ore dopo.
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che ogni mezz’ora è cruciale per la sopravvivenza dopo un infarto, ha precisato Karl-Heinz Ladwig, uno degli autori dello studio. Anche negli uomini si è riscontrato un effetto protettivo dell’ansia, seppur minore: sono arrivati infatti 48 minuti prima. (Fonte: Ansa).